Valentina Borchi presenta Lunatika il nuovo album

Valentina Borchi ha pubblicato “Lunatika“, album d’esordio e rampa di lancio per l’artista. Emozioni, aspettative e uno sguardo al processo compositivo del disco per una cantante che si affaccia sul panorama musicale senza paura e con tanta voglia di emergere. Emozioni e aspettative relative al tuo album d’esordio “Lunatika”: “Riuscire a creare e a dare forma al mio sogno è stato il momento più bello della mia carriera  che oggi , ancora agli esordi , sta cercando di trovare il giusto posto in questo mondo artistico. L’emozione di toccare con mano  il duro lavoro  di questi mesi  è arrivare a capire che, insieme alle persone che hanno creduto in me, ho raggiunto i primi obiettivi che mi ero prefissata. Tutte le aspettative, le mie in primis e poi quelle di tutto lo staff che ha collaborato, sono quelle di vedere apprezzato e affermato un lavoro che cerca di discostarsi dal generale , per diventare una ventata di freschezza e novità sia a livello musicale che di personaggio.”

Quanto è durato il processo compositivo? Quanto hai impiegato a mixare e registrare il disco?
“Il lavoro più duro è stato forse aspettare l’occasione giusta, quella strana casualità che mi ha portato a conoscere il musicista e compositore Paolo Agosta, con cui quasi per caso ho iniziato la collaborazione. Il progetto, curato in ogni aspetto, ha richiesto poi un lavoro molto lungo: costruire, distruggere  poi ancora ricostruire, un anno e mezzo di duro lavoro che ha portato però, a detta di tutti gli addetti ai lavori, ad un prodotto di alta qualità.”

In quale brano di “Lunatika” ti identifichi maggiormente?
“Non mi è possibile dare risalto ad una canzone rispetto ad un’altra per il semplice  motivo che ognuna è concatenata all’atra,  sono parte integrante l’una dell’altra e sono frutto di esperienze di vita; fondamentalmente non è possibile identificare  quale arto del corpo sia più importante … ognuno disgiunto non ha intensità, ma insieme  trasmettono  forza, passione, voglia di vivere, delusioni e riscatto.”

Quali sono le tue ispirazioni principali? Quali gli artisti o le band che ti hanno influenzata?
Vivendo fin dall’infanzia a stretto contatto con la musica, avendo un padre chitarrista, sono riuscita a vivere a pieno vari generi, anche i più lontani da me, ma riuscendo a coglierne sempre il meglio e a farli diventare parte dal mio vero universo. Crescendo poi ho trovato il mio mondo, quell’essenza che sento più vicina alle mie corde, in grandi artisti come Pink, Skunk Anansie…  che mi hanno influenzato e dato la spinta per indirizzare la mia voce verso il sound del mio disco. Le aspirazioni sono molte, la voglia di dimostrare a me stessa e chi ha creduto in me di poter arrivare fino alla vetta, passando quella lunga gavetta che è  “l ‘esordio “, fino a concretizzare i progetti che stanno via via nascendo.

A quale target di ascoltatori si rivolge la tua proposta musicale?
Fondamentalmente le canzoni del disco possono  raggiungere ogni target, perché  il disco è un mix di emozioni, esperienze personali tali che ognuno può immedesimarvisi e ritrovarvisi. I giovani in particolar modo possono sentire davvero che sono una di loro, con i sogni e le aspettative che  la vita dà ai sognatori di oggi.

Che ruolo pensi possa avere la musica in un momento storico così difficile e complicato come quello che stiamo vivendo?
La musica da sempre ha la capacità di salvarci dal baratro, portarci lontani quando le gambe non possono andare al di là della strada, quindi credo che anche adesso possa davvero essere quel salvagente che ci tiene a galla e che ancora ci da la speranza di sognare e credere che tutto sia possibile: alla fine anche io dal niente, solo con le doti vocali che la natura mi ha dato e la voglia di farcela, con dura fatica e lavoro sono riuscita a credere che ancora sia possibile farcela.

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