Carlotta Proietti e il disco d’esordio

Carlotta Proietti ha da poco pubblicato il suo album d’esordio omonimo. Carlotta, figlia di Gigi, si è giovata della collaborazione di Giancarlo Bigazzi (autore di innumerevoli capolavori tra cui  “Rose Rosse”, la cui cover è riproposta anche nell’album di Carlotta Proietti) per la scrittura dei due brani “Scema” e “Uccidimi”. Emozioni e aspettative relative al tuo album d’esordio “Carlotta Proietti”: “Tante emozioni, aspettative realistiche! E’ un momento difficile per la musica, i cd non si vendono. Quindi inutile farsi illusioni. Sto preparando un live per poter suonare le mie canzoni, questo è quello che mi interessa ora.”

Quanto è durato il processo compositivo? Quanto hai impiegato a mixare e registrare il disco?
“C’è voluto un bel po’. Essendo il primo album il lavoro maggiore è stato sul cercare e creare un suono che fosse adatto alle canzoni e a me.
In quale brano di “Carlotta Proietti” ti identifichi maggiormente? “In “Phone””

Quali sono le tue ispirazioni principali? Quali gli artisti o le band che ti hanno influenzata?
“Ascolto molta musica diversa, tra cui artisti degli anni ’70, ’80, Ben Harper, Carmen Consoli, Arisa, fino a Mozart, artisti brasiliani, folk, blues, country…credo di poter escludere solo la house music!”

A quale target di ascoltatori si rivolge la tua proposta musicale?
“E’ quello che vorrei scoprire. Nel senso che per me è tutto nuovo, sto capendo giorno per giorno in base ai commenti e ai messaggi che mi arrivano relativi all’album il tipo di esito che sta avendo. Mi diverte il fatto che sta cogliendo persone di età diverse, di tipo diverso. E di questo sono contenta. Ma nella lavorazione dell’album non c’era un obiettivo particolare. Anche se molti mi dicono che sembra un album per le donne.”

Che ruolo pensi possa avere la musica in un momento storico così difficile e complicato come quello che stiamo vivendo?
“La musica non mancherà mai. Nelle macchine, nelle case, nelle vite delle persone. Quindi deve saper cogliere i momenti di difficoltà e tirarci su. Deve parlare dei fatti di cronaca, così come dell’amore. Chi scrive musica ha un sacco di responsabilità! Scherzi a parte, ognuno si sceglie (specie oggi, con la facilità di trovare qualunque cosa ovunque) la musica adatta al momento. E ora si sta andando molto alla ricerca della gioia e della leggerezza. Penso ci sia bisogno di questo. Senza negarsi che ci sono delle difficoltà, ma quando si ascolta della musica, si fa per il piacere.”

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