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Chiedete agli Underoath o agli As I Lay Dying chi sono i Living Sacrifice. Una delle prime Christian band a suonare peso già negli anni ottanta, ritorna sulle scene per la seconda reunion del nuovo millennio. Questa volta però niente best of dato alle stampe, ma un disco di inediti che spezza le ossa dall’inizio alla fine. Bruce Fitzhugh alla chitarra e dietro al microfono mette il timbro su undici pezzi che sanno di groove metal americano come pochi altri. Difficilissimo indicare un punto più alto di un altro, vi basti sapere che tutti i fans dei Machine Head o dei Seps anni novanta, potranno godere di tre quarti d’ora abbondanti di sound vecchia scuola, senza concessioni ai trend moderni o a derivazioni –core che dir si voglia. A dirla tutta “The Infinite Order” sa tanto di hardcore metal e non fa nulla per nasconderlo sin dalla clamorosa “Overkill Exposure” che apre un lavoro di spessore assoluto, passando per “Organized Lie” e “Nietzsche’s Madness”.
A sedere e composti agnellini, metalcorer trendy e affini:oggi la lezione la tengono i maestri. Chapeau.
Piero Lisergi