I The Darkness sono tornati in Italia ieri sera, aprendo per Lady Gaga ad Assago. Nel pomeriggio la band si è data alle interviste per promuovere il nuovo “Hot Cakes“, album del ritorno per una band discussa ma anche parecchio amata anche dalle nostre parti: “Suonare in Italia per noi è fantastico, penso che il pubblico qui, oltre ad apprezzare la nostra musica, comprenda benissimo l’umorismo e l’ironia che utilizziamo nei dischi e sul palco. Faremo di tutto per tornare da soli con il nostro tour tra febbraio e marzo 2013, ci siamo sempre trovati bene anzi, c’è stato impedito diversi anni fa di fare più date nel vostro paese, avevamo un management di imbecilli all’epoca, fortunatamente oggi siamo molto più in controllo, abbiamo il polso della situazione e riusciamo a gestire bene tutto ciò che ci ruota intorno.”
Darkness determinati ma anche stupiti da dove si esibiranno questa sera: “Pensavamo che Gaga essendo di origini italiane si esibisse in uno spazio ben più ampio, magari all’aperto o in uno stadio, abbiamo suonato pochi giorni fa allo Stade de France, qualcosa di mostruoso come capienza. In ogni modo siamo qui per divertirci e far divertire la gente, poco importa la location.”
E “Hot Cakes” è in grado di far divertire i fans dei The Darkness? “Pensiamo di sì, abbiamo cercato di tornare alle origini col sound e precisamente di ricreare il mood che c’era su “Permission To Land“, che è quello che tutti noi sentiamo come il nostro disco migliore. Forse non abbiamo il super singolo che spacca le classifiche, ma sono tutti brani che sono tipicamente Darkness e in cui chi ci segue dagli esordi potrà riconoscere il nostro marchio. Sicuramente col prossimo lavoro saremo più rapidi nel registrarlo e probabilmente anche più alla ricerca di qualche novità, ma tornare dopo sette anni con un album di inediti può anche essere un grosso rischio se sbagli l’approccio.” Una band quindi anche calcolatrice, nonostante le apparenze: “Siamo cresciuti inevitabilmente, ed era anche ora. Nel 2003 è successo tutto così rapidamente che siamo usciti di testa, ora abbiamo molto più chiara la situazione, le cose da fare e la strada da percorrere insieme. Nel frattempo è cambiato il mondo discografico, fortunatamente un sacco di teste di cazzo del music biz sono sparite, peccato che lo stesso non si possa dire per quanto riguarda la politica…ma questo è un discorso diverso…Il pubblico ora ha sicuramente qualche difficoltà economica in più ma può più liberamente scegliere cosa comprare, chi ascoltare e chi andare a vedere. Per troppo tempo le major label hanno imposto la loro legge agli ascoltatori, ora questo giochino si è fortunatamente rotto e ne trae beneficio chi sa suonare sul palco, chi sa scrivere belle canzoni e chi sa comunicare in modo efficace con i propri fans. Fans che per noi sono stati essenziali, sia quando eravamo fermi, sia ora che ci siamo rimessi in cammino!”
Stefano Masnaghetti
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