Il nuovo “Monster” dei Kiss lascia in bocca l’antipatico gusto di…nulla. Nulla di nulla. Tipo quando cucinate la pasta e vi dimenticate di salare l’acqua. Solo che al disco dei Kiss manca ben più di un ingrediente. O meglio: tutti gli elementi del Kiss-sound sono presenti, solo che il lavoro risulta comunque insipido. E’ in fondo un buon album di rock americano, è apprezzabile che i Nostri spingano sull’acceleratore e abbiano cercato suoni più potenti e corposi, ma non colpisce come il precedente Sonic Boom (2009), figurarsi a confronto con i loro classici.
Almeno negli anni ’80 in mezzo a dischi insipidi ci buttavano dentro un paio di singolazzi. Il problema principale qui è che il cd, pur avendo formalmente tutti i crismi del caso, si ascolta ma non lascia nulla, non rimangono le canzoni in testa. La dozzina di pezzi sono tutti rockeggianti, nessuna concessione a lenti o ballate, ci sono un paio di briciole lasciate cantare a Thayer e Singer come contentini e per il resto è il classico alternarsi di brani cantati da Paul e da Gene. L’inizio con la doppietta “Hell Or Halleluja” (già singolo) e “Wall Of Sound” è promettente, ma il disco poi ha pochi sussulti. Guarda caso spiccano ancora una volta le tracce di Mr.Money and Charisma Gene Simmons: “Back To The Stone Age” e “The Devil Is Me” picchiano duro e fanno venire voglia di alzare il volume.
E’ il ventesimo parto dei Kiss, sarebbe stato lecito aspettarsi molto di più, ma in fondo per la loro età e per il loro status è un traguardo eccezionale. E se poi è garanzia di tour in arrivo, tanto meglio.
Marco Brambilla
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