Il 15 ottobre è uscito il loro undicesimo full length “A Map Of All Our Failures”. Stiamo parlando dei My Dying Bride, gruppo inglese di spicco nella scena doom metal. Aaron Stainthorpe e Lena Abé, rispettivamente frontman e bassista della formazione, paiono soddisfattissimi per il risultato finale. “E’ stato un processo di scrittura abbastanza lungo ed articolato” – sostiene Lena – “ma siamo fermamente convinti di essere maturati ancora di più”. Aaron è dello stesso avviso “Questo album riprende il discorso intrapreso dal precedente “For Lies I Sire”. Mi piace pensare che in questi tre anni la mia capacità di scrivere sia migliorata, di essere più bravo a cantare, di essere una band che nell’insieme suona molto meglio di prima”. Lena, che è al suo secondo disco con la formazione, sente particolarmente quest’ultimo aspetto. “Quando sono entrata nella band ero in soggezione, credo sia normale quando diventi parte della line up di un gruppo così importante. Posso però affermare di essermi integrata alla perfezione con gli altri e di sentirmi a casa”.
Il primo singolo chiamato a rappresentare la release è “Kneel Till Doomsday” e non è stata di certo una scelta casuale: “è il pezzo che sintetizza alla perfezione l’essenza del disco. Alterna momenti più lenti e melodici ad altri più veloci e racchiude i temi principali (religione, amore, morte, perdite, tristezza). Ci piace scrivere canzoni dalle tematiche particolari, sia perché ci piacciono ma, soprattutto, perché amiamo andare in profondità e pensiamo che interessi anche ai nostri fan. Un’altra traccia che amiamo particolarmente del disco è “The poorest waltz”, per la quale abbiamo deciso di girare un video”. Sebbene il titolo (che in italiano vuol dire “la mappa delle nostre sconfitte”) possa indurre i fan a pensare ad una sorta di concept album, non c’è niente di più lontano dalla realtà. “L’idea dei concept non è male, ma non lo sentiamo affine a noi” – spiega il cantante – “il fatto è che con un progetto di questo tipo occorre soffermarsi a sviluppare una storia comune che colleghi ogni canzone, mentre invece credo che mi riesca meglio raccontare singole storie”. Stainthorpe non ha mai nascosto il suo amore per altre forme di arte, quali il cinema e la letteratura. “Sono fonti di grande ispirazione per me ma non voglio copiare nessuno, voglio elaborare per conto mio le sensazioni e trasformarle in qualcosa di nuovo”.
I My Dying Bride porteranno in tour “A Map of All Our Failures” in Europa il prossimo dicembre, con ben due date in Italia: l’11 al Viper di Firenze e il 12 ai Magazzini Generali di Milano. “Non vediamo l’ora”, affermano Lena ed Aaron “in Italia abbiamo un nutrito seguito e siamo convinti che il pubblico apprezzerà ancora di più le canzoni dell’album in versione live. E’ il disco migliore che potessimo fare”.
Claudia Falzone
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