Due anni dopo la loro ultima apparizione in Italia gli Iron Maiden fanno ritorno nel nostro paese per la terz’ultima data del “The Final Frontier World Tour”. La location, piuttosto inusuale per un concerto degli Iron Maiden è Villa Manin in quel di Codroipo a qualche chilometro da Udine: 11.000 fans si sono dati appuntamento per celebrare l’ennesimo sold out in terra italica della band.
La scelta del luogo del concerto non appare casuale: visto il periodo si è probabilmente cercato di attingere anche al pubblico straniero che in effetti ha colto l’opportunità: la maggior parte dei fans presenti si è infatti precipata da Austria, Slovenia e Croazia andandosi ad aggiungere a quelli britannici arrivati con l’aereo pilotato da Bruce Dickinson e al solito zoccolo duro italiano.
Come anticipato dalle altre date di questo tour gli Iron Maiden hanno presentato per la quasi totalità della scaletta brani tratti dai loro album post-reunion (scelta parecchio apprezzata dal sottoscritto) con l’eccezione dei soliti immancabili classici. Avendo visto gli Iron Maiden ormai diverse volte nel corso degli anni ho notato un pubblico partecipe sì, ma non quanto ci ha abituato solitamente l’audience nostrana: forse la presenza di tanti stranieri, forse la scaletta con qualche canzone che avrebbe potuto essere sostituita da altre più coinvolgenti (anche dagli stessi album recenti e mi riferisco in particolare a “The reincarnation of Benjamin Breeg” e “Wildest Dreams”) hanno fatto sì che, nonostante una risposta sicuramente buona alla solita ottima performance della band, non ci sia stata l’atmosfera da “evento clamoroso” che spesso si riscontra nelle calate italiche dei Maiden.
“The Wicker Man” ha aperto in maniera coinvolgente il concerto, seguita da “Ghost Of The Navigator” e “Wrathchild”. Il nuovo singolo “El Dorado” ha avuto sicuramente un impatto migliore live che da studio mentre una versione spettacolare di “Dance of Death” ha entusiasmato i presenti per un inizio di concerto sicuramente riuscito.
“The Reincarnation Of Benjamin Breeg” ha fatto calare un pochino la tensione così come più tardi “Wildest Dreams” , mentre “These Colours Don’t Run” e una superlativa “Blood Brothers” (dedicata a R.J. Dio) hanno riportato l’attenzione oltre i livelli di guardia.
“No More Lies” e “Brave New World” hanno introdotto a dovere i classici tenuti per il finale che hanno ovviamente entusiasmato il pubblico: “Fear Of The Dark”, “Iron Maiden”, “The Number Of The Beast”, “Hallowed Be Thy Name” e “Running Free” hanno chiuso l’ennesima serata di festa che la Vergine di Ferro ci regala da ormai 30 anni, dimostrandosi sempre in forma e con tanta voglia di suonare.
E, a proposito di questo non ci resta che attendere: il nuovo album è uscito e l’anno prossimo verrà riproposto in maniera più sostanziosa (con almeno 5 pezzi) dal vivo in tutto il mondo. Con l’Australia già confermata per inizio 2011 e il ritorno dell’Ed Force One a riportare i sei inglesi in giro per il globo per la loro nuova fatica, possiamo stare tranquilli per rivederli in Italia il prossimo anno… “The Final Frontier” non sarà di certo l’ultima.
Grazie a Lorenzo Rigamonti