Come te posso ama' – Madonna dell'Urione – Madonna dell'Angeli – Lupo de fiume – La popolana – Barcarolo romano – L'eco der core – Fiore de gioventù – Serenata de paradiso – Sonetto del XIII sec.
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Chitarre tex mex, ritmi ombrosi, sax, vibrafono, percussioni. Sapori di paesaggi dei Calexico, umori malinconici e mesti alla Tom Waits, fumose oscurità alla Nick Cave. Ma i testi sono stornelli romaneschi. Ma come si uniscono questi mondi così lontani ed incompatibili?
Merito degli Ardecore. Dietro questo (tra l'altro notevole) acronimo ci sta una collaborazione, che parte da lontano, tra il trio jazz-core degli Zu, Geoff Farina dei Karate e Giampaolo Felici dei Blind Loving Power. Era infatti il 2002 quando in un tour europeo tra le tre band, appunto Zu, Karate e BLP, venivano proposti al pubblico dischi di musica romana, mentre a volte Felici cantava degli stornelli. Nacque l'idea di ridare luce ai brani della tradizione romana per farli ascoltare a chi normalmente non si avvicinerebbe a quel tipo di liriche. Ecco così l'esordio omonimo uscito per Il Manifesto. Le 10 canzoni, divise in tre sezioni di tre brani più una, trovano un dinamismo inaspettato grazie alla sapiente misura di tutti i componenti e così si riesce ad apprezzare la poesia attraverso storie e drammi tra carcere, malavita, serenate, strade e lungo il Tevere.
Così la potenza lirica già in possesso delle versioni originali, unite saggiamente a questa nuova veste musicale, trovano a volte vette molto alte.
Grazie a Luca Freddi