15 novembre 2007
Oggi 15 Novembre 2007, giorno di vigilia dell’uscita del suo album “Dalla pelle al cuore”, Antonello Venditti ha incontrato i giornalisti alla Casa del Jazz a Roma.
In un primo momento ha trasmesso ai convenuti la volontà di non parlare troppo dell’album poiché, essendo cantautore, si è detto abituato a comunicare soprattutto attraverso le sue canzoni e che parlandone non avrebbe fatto altro che allontanarsi dal significato dell’album stesso. Iniziata l’intervista si è dimostrato al contrario molto prolisso e disponibile.
Ha parlato di questo album come di un disco di sentimento per produrre il quale ha lavorato molto dal punto di vista prettamente musicale e lirico, ma che lo ha anche portato a riflettere seriamente dal punto di vista esistenziale, come dovrebbe fare ogni buon cantautore; “Dalla pelle al cuore” è veramente un album intimo, dedicato ai due genitori (parlando di sua madre recentemente scomparsa non ha saputo trattenere le lacrime, ndr). Il sentimento è proprio il termine-chiave del lavoro. “Dalla pelle al cuore” ha spiegato Venditti, significa proprio il muoversi dalla sensazione, dall’emozione (per il sesso, per i soldi, per la fama, ecc…) al sentimento del cuore, un continuo andare da una parte all’altra di se stessi.
Fede e amore sono protagonisti di questa opera, il disco è un continuo “parlarsi” tra l’anima cristiana e l’anima laica di Venditti, che ha ricevuto appunto forti insegnamenti cristiani e forti insegnamenti laici. Collegato a quello precedente vi è un altro concetto fondamentale dell’album, cioè quello della “redenzione” (sia in senso laico che cristiano appunto) raggiunta tramite il tradimento (e relativo perdono) e la nostra fragilità: noi tutti tradendo gli altri e noi stessi, a volte costretti, ci troviamo uniti nella redenzione umana (ottenuta tramite ad esempio la politica e l’impegno sociale che ci rendono più liberi) e nella redenzione cristiana che è un qualcosa che va ancora oltre.
Il dualismo uomo-dio è anch’esso presente nell’album e i brani maggiormente citati dall’autore nonché portanti del significato concettuale dell’intero lavoro sono “Giuda” (il traditore per eccellenza) e “Tradimento e perdono”. Si è poi parlato di due amici di Antonello Venditti purtroppo prematuramente scomparsi in modo assolutamente diverso: il suicida Agostino di Bartolomei (omaggiato in questo stesso album nel brano “Tradimento e perdono”) storico e introverso capitano della Roma dello scudetto dell’82-83, e il cantautore Rino Gaetano, che ha fatto parte della storia del Folk Studio insieme a Venditti, De Gregori, Lo Cascio e tanti altri.
Riguardo Gaetano, sono stati raccontati alcuni ricordi di amicizia che legavano i due; inoltre Venditti ha aggiunto di aver apprezzato moltissimo la fiction appena dedicata al cantautore calabrese, andata in onda pochi giorni fa su Rai 1, anche se a suo parere certi personaggi e certi “colori” descritti non appartenevano al vero Rino; lui inoltre avrebbe dato al tema della cocaina (purtroppo cattiva protagonista durante i suoi ultimi anni di vita) una centralità che non ha assolutamente avuto nella fiction.
Infine Venditti ha parlato anche del grande amico Carlo Verdone che ha suonato la batteria nell’ultimo brano del disco “Comunisti al sole”, cavandosela egregiamente nonostante sia molto difficile suonare in studio per chi non frequenta abitualmente questo luogo. Oltre a Carlo Verdone altro ospite d’eccezione sull’album sarà Gato Barbieri al sax. Era presente anche il figlio di Venditti, Francesco, protagonista insieme a Giulia Elettra Gorietti del videoclip di “Dalla pelle al cuore”. Il produttore dell’artista ha inoltre aggiunto che ci sarà un tour nei palazzetti che avrà inizio l’8 marzo da Padova, poi in estate ci sarà un tour negli stadi e a dicembre (2008 ovviamente) una sorpresa…
P.B.