Tommy Massara, GL Perotti (Extrema)

 

1 marzo 2008 

 

 

Parlare degli Extrema significa parlare di quella che è, di fatto, tra le più importanti metal band dello Stivale. Una storia costellata da momenti positivi, dei momenti bui, nei quali il gruppo meneghino è rimasto in secondo piano, il tutto con una colonna sonora caratterizzata da degli album grandiosi come “Tension at the Seams” .
Incontriamo due dei tre membri storici della band, Tommaso “Tommy” Massara e Gianluca “GL” Perotti, prima del soundcheck del loro penultimo concerto del tour di supporto all’ultimo album “Set the world on fire” a Conegliano Veneto. Un’intervista nel quale il sottoscritto ha parlato ben poco, con delle brevi domande usate dai loquaci Tommy e GL come input per parlare del presente e del passato degli Extrema, con qualche rivelazione in anticipo del loro prossimo futuro. Check it out!

I due anni che sono seguiti a “Set the world on fire” sono stati, per voi, di fuoco: faccio riferimento ai tanti live di supporto a questo album. Qual è il bilancio di questo biennio passato?
Tommaso Massara: per fare un bilancio è ancora presto. Comunque sì, dal 2005 ad oggi siamo stati molto impegnati. In realtà, però, il momento di fuoco è iniziato prima, tra il 2004 e il 2005, quando Paolo (Crimi, ndr) è entrato nella band: abbiamo scritto in tre mesi il nuovo disco, l’abbiamo registrato e poi abbiamo suonato dal vivo senza fermarci. Poi abbiamo lavorato al cd e al dvd live, fatiche che ci han portato via quasi un anno. In questi due anni, inoltre, siamo passati ad una nuova casa discografica, la Scarlet, che ha ristampato tutto il nostro catalogo, arricchendo il tutto di varie bonus track, e distribuito in tutto il mondo. Oggi (sabato primo marzo a Conegliano Veneto, Treviso, ndr) è la nostra penultima data di questo lunghissimo tour, e il 2 aprile partiremo per un lungo tour europeo come supporto ai Death Angel. Quindi è ancora presto per parlare di bilanci, visto che molti dei tasselli devono ancora arrivare: è con il prossimo disco che tireremo le somme..
Gianluca “GL” Perotti: ..altrimenti basta, ci sciogliamo che ormai ci siamo rotti le palle. Metter su famiglia è un altro dei nostri progetti! Tommy è già a posto, mentre io ci sto pensando.

In questi due anni c’è stato anche l’abbandono e il ritorno di Gianluca..
GL: che non è la prima volta, visto che già lasciai la band ai tempi di “Positive Pressure”. Questa volta però è stato un periodo un po’ di merda nella mia vita privata, visto che ho perso mia madre e ho un po’ sbottato per ragioni di tipo personale. Tutto questo si è riversato, di conseguenza, anche a tutti quelli che avevo attorno, compreso l’universo Extrema, che sono ormai la mia ragione di vita da vent’anni, al punto che ormai esco di casa solamente per suonare. Alla fine tutto si è risolto, anche perché alla fine uno come me non lo trovano (risate, ndr). A parte gli scherzi, ora tutto si è rimesso a posto, stiamo facendo delle date che stanno andando veramente bene. Come mi rammenta sempre il buon Tommaso, tutto sta a me..
TM: è che certe volte il GL ha queste, usando un termine tecnico, “cadute di stile”..
GL: ma non è una questione di luna, è una questione di alzare troppo il gomito. Io ho un limite e, superata quella soglia, non sono più me stesso. Tornando alla domanda iniziale, l’abbandono dello scorso anno c’è stato perché ho vissuto il momento che, a conti fatti, è stato il più duro della mia vita.
TM: ma in ogni caso, questi abbandoni non avvengono per cattiverie vere e proprie, ma per delle “cose di vita”, che è la cosa che accomuna la storia di moltissime band. Quello che ci tiene insieme, di sicuro, non sono i soldi, che sono sempre pochi se non nulli, ma la passione di suonare insieme. Poi, come già detto, dipende sempre dal GL (ride, ndr)!

Il contratto con la Scarlet vi ha aperto nuove porte.. lo prendete come un “premio alla carriera”?
TM: mah, quello no. Noi, fin dagli inizi, abbiamo lavorato sempre con major, a livello di distribuzione o, come nel caso di “Set the world on fire”, proprio con firma di contratto con la V2. Per la nostra dimensione e per quello che vogliamo fare, la Scarlet resta però l’etichetta migliore: si occupa di metal..
GL: e lo esporta anche. Con le precedenti etichette ci dicevano “il vostro disco è distribuito nel mondo” ma noi, di preciso, non sapevamo nulla sulla distribuzione reale: molto spesso erano degli amici ad avvisarci di avere trovato il nostro disco.
TM: mentre con Scarlet siamo approdati in un’etichetta che, come dimensioni, è più piccola, ma a livello di intenti e obiettivi è molto grossa e che ci ha dato la possibilità di ritornare sugli scenari internazionali, portando il nostro catalogo nei negozi di tutto il mondo e dandoci la possibilità di fare questo tour, insieme ai Death Angel, per noi importantissimo.
GL: inoltre c’è da tener conto anche di un grande rapporto umano, perché quelli della Scarlet, prima di metterci sotto contratto, erano già nostri fan e venivano spesso ai nostri concerti.
TM: lo stesso Stefano (Longhi, label manager noto per essere il batterista degli Allhelluja, ndr) ha detto che il suo sogno era mettere sotto contratto gli Extrema e, ora che siamo nella sua etichetta, ci ha messo come una delle band di punta del roster, dimostrandoci di voler lavorare bene con noi, una band metal in una label che tratta prettamente musica metal. Quindi, di fatto, siamo tornati a casa!
GL: poi per la prima volta possiamo parlare al telefono tranquillamente e scherzare anche. Mentre in precedenza ci è successo che alcune label ci chiudevano anche il telefono in faccia.

Per il tour con i Death Angel, che inizierete il prossimo 2 aprile, avete già programmato qualcosa?
TM: per ora no. Però sicuramente per le prime tre settimane di tour non ci sarà Mattia (Bigi, ndr) al basso per degli impegni suoi già presi in precedenza, però questa era un’occasione troppo grossa per essere rifiutata. Già in passato ci proposero altri tour simili, ma non avevano questo spessore e profilo. Come ben sai, i Death Angel sono adesso una priorità internazionale per la Nuclear Blast negli Stati Uniti e in Europa, e questo tour è molto “cool”, per il quale i giornali si stanno interessando molto.
GL: ho dato un’occhiata in edicola e i Death Angel sono su tutte le copertine delle riviste specializzate: questo come dimostrazione dell’importanza di questo tour.
TM: ci saranno quattro gruppi: i Death Angel, i Mercenary, i Demolition e noi. Questo è il nostro primo tour estensivo in giro per l’Europa (in passato la band ha già fatto altre date all’estero, come ad esempio allo Sweden Rock, ndr).
GL: sarà un vero e proprio massacro: 22 date e due giorni di dayoff, dedicati al viaggio, nel giro di 24 giorni. Ma d’altronde è quello che stiamo cercando di fare da vent’anni, quindi ci va bene così. Per sostituire Mattia per gran parte del tour ci sarà un amico che conosciamo da molto tempo e che sta già imparando i nostri pezzi.
TM: si chiama Alessandro e sostituirà Mattia, che tornerà con noi per l’ultima settimana di tour in Danimarca. Suonerà le ultime sei-sette date, quindi un terzo del tour se lo farà.
GL: questo per noi è un punto di partenza. Magari qualcuno verrà a vederci e si apriranno, per noi, delle nuove porte, stringeremo nuovi contatti. Se giri per l’Europa ampli i tuoi orizzonti, altrimenti sei costretto a restare in Italia. Certo, non ci lamentiamo: il nostro pubblico lo abbiamo sempre avuto, anche nei periodi più bassi della nostra carriera. È logico però che, per noi, l’obiettivo era quello di girare l’Europa almeno una volta: ora ce la stiamo facendo. Magari già dalla prossima estate torneremo a fare il giro dei vari festival estivi..
TM: ma per ora non ci sono dei progetti, a livello di live, fissati a lungo termine. Grosso modo, abbiamo questo programma per i prossimi mesi: questo tour europeo, delle date in Italia dal prossimo giugno (niente Gods of Metal quest’anno), e poi inizieremo i lavori per il disco nuovo. Tutte queste cose che stanno avvenendo o che sono avvenute negli ultimi due-tre anni sono state fatte nell’ottica dell’ipotetico nuovo album, che sarà il disco “delle somme”, che porterà a varie esplosioni o, perché no, ridimensionamenti: infatti, uscirà dopo che la band ha girato l’Europa, i dischi sono nello scaffale, i giornali hanno parlato di noi. In ogni caso, ciò che ci unisce è la passione e l’amicizia tra persone pronte ad aiutarsi nel momento del bisogno.

Il momento più bello e più brutto di vent’anni di carriera?
TM: io dico sempre che il momento più bello deve ancora venire: potrà anche essere domani, chi lo sa. Il più brutto è quando litighiamo, perché son sempre cose che ti fanno girare i coglioni. Di quelli già avvenuti ce ne sono stati così tanti che, se ne ricordassi solamente uno, non renderebbe l’idea di come sono stati questi vent’anni: anche solo guardandoli al di fuori con il nostro dvd, e pensando a tutto quello che abbiamo fatto, capisci che noi, in questi anni, abbiamo camminato tantissimo!
GL: il più brutto non lo dico quasi mai perché cerco sempre di dimenticarlo, ed è quando mi son fatto l’ulcera perforata tornando da una data in Sardegna, un vero e proprio momentaccio. Il più bello, beh, ho sempre detto che è il concerto al Delle Alpi di Torino (nel 1993 con Metallica e Megadeth, ndr) perché ci ha fatto capire che come band esistevamo veramente: il pubblico conosceva le nostre canzoni e funzionavano. Una cosa che nessuno avrebbe immaginato prima, perché prima ai gruppi italiani che supportavano band straniere, spesso, il pubblico tirava la roba addosso. Invece quel giorno è successo il contrario, un evento, quella giornata, del quale tutti ne parlarono per dei mesi.
TM: per anni! Fai conto che noi con i Metallica abbiamo suonato più volte, ma quello resta forse uno degli ultimi eventi con la E maiuscola che si sono visti in questo paese, uno di quelli nei quali tante cose che, per magia, hanno funzionato alla perfezione. Ho pure trombato (risata collettiva, ndr).

Ultima domanda, sull’Italian Gods of Metal di domani..
GL: ti dico che, di bello, c’è finalmente, dopo molti anni nei quali le varie band italiane stavano nel loro angolino a spalar merda agli altri, la voglia di ritrovarci tutti insieme.
TM: la cosa più bella è che domani si rischia, per la prima volta, un festival di gruppi heavy metal italiani rischierà di lasciar fuori della gente, con, in contemporanea, un evento di grossa portata come il concerto dei Nightwish.

Sarebbe da discutere sulle poche band estreme..
TM: Beh, purtroppo le band sono quelle. Ma sono altre le cose che fanno incazzare, e faccio riferimento al caso Eldritch, che prima vogliono suonare, poi quando ne hanno la possibilità si lamentano che è troppo presto e se ne vanno via. Questo non è corretto in generale, anche perché, con tutto il rispetto che ho per loro, non hanno mai fatto un vero e proprio tour in giro per l’Italia, ma solamente alcune date sparse qua e là. Puoi credere di essere grande quanto vuoi, ma se ti propongono di suonare devi anche accettare la posizione nella quale vieni messo. Molti nostri fan, ad esempio, si lamentano che noi suoniamo da quint’ultimi, mentre una band come la Strana Officina suona ben più in alto di noi, pur avendo pubblicato solamente un disco che resta, in ogni caso, un fenomeno di nicchia ritornato in auge solamente grazie alla febbre revival di questi anni.
GL: in conclusione, con il concerto all’Italian Gods of Metal noi potremo affermare di avere calcato tutti i palchi più importanti di Milano, visto che all’appello ci mancava solamente il palco grande dell’Alcatraz. Per il resto, abbiamo suonato dappertutto: al Forum, al Palasticazzi, quello che cambia nome ogni mese, al Rolling Stone.

N.L.

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