23 aprile 2008
La data di Roncade (Treviso) al New Age Club, chiude il tour che ha portato in giro per l’Europa gli Every Time I Die per ben tre settimane. In un (caldo) pomeriggio di fine aprile, incontriamo il cantante della band, Keith Buckley: tempo di bilanci, di progetti e di cambiamenti per la band di Buffalo. Check it out!
Raccontaci qualcosa del vostro ultimo album, “The big dirty”.
Gesù, ci sarebbero tantissime cose da raccontare! Brevemente, siamo stati in California, a registrare insieme a Steve Evetts (che collaborò in passato con gli Snapcase), per circa due mesi; in quell’occasione abbiamo anche registrato del materiale per il dvd contenuto nell’edizione speciale di “The big dirty”. L’artwork è stato disegnato da un nostro fan canadese, che si è ispirato al film “La Montagna Sacra”: se non lo avete ancora visto, check it out! Riguardo alle reazioni di pubblico e critica, siamo molto soddisfatti anche se, a dirti la verità, non ci interessano queste cose: ci sentiamo fieri a vedere i nostri fan divertirsi ai nostri concerti, cantando le nostre canzoni a memoria e vedere che, a fine concerto, acquistano il nostro merchandise.
E cosa vorresti dire a quelle persone che sostengono che “Gutter phenomenon” sia migliore di “The big dirty”?
Che sono stupidi? (ride, ndr). A parte gli scherzi, “Gutter phenomenon” non è meglio di “The big dirty”, anzi, “The big dirty” è sicuramente il nostro migliore album.
Guardando il vostro MySpace, si può notare che non è presente un bassista nella lineup della band.. come mai?
È stata una nostra scelta, volevamo aspettare il momento giusto. Il bassista che ci sta accompagnando in questo tour si chiama Josh e molto probabilmente entrerà in pianta stabile nella nostra lineup: sarà il tempo a giudicare, ma in questo tour abbiamo instaurato con lui un ottimo rapporto.
Avete lavorato con la Ferret Records sin dagli esordi. Cosa pensi del fatto di lavorare con un’etichetta così importante?
Purtroppo il contratto è scaduto di recente, però sia chiaro che con loro abbiamo passato dei grandissimi anni insieme, loro sono dei grandi amici e ci hanno supportato per quasi dieci anni, ma è arrivato anche il tempo di cambiare. Prenderemo delle decisioni definitive sulla nuova etichetta al ritorno negli Stati Uniti: abbiamo già fissato alcuni appuntamenti a riguardo.
Gli Every Time I Die sono l’unica metalcore band, tra quelle più conosciute, con un influente background southern nella propria musica. Quali sono gli artisti di questo genere che potrebbero essere considerati per voi delle massime ispirazioni?
Beh, sicuramente gli Allman Brothers e i Creedence Clearwater Revival: siamo cresciuti con la loro musica. Ma non vorrei dimenticare neanche i Pink Floyd e i Led Zeppelin. Personalmente, vorrei aggiungere Tom Waits, un artista che ritengo eccezionale: mi piacerebbe diventare come lui quando sarò più vecchio (ride, ndr).
Quest’estate, sarete una delle band principali del Warped Tour. Siete contenti? State preparando qualche sorpresa speciale per i vostri show?
Speriamo di proporre una nuova canzone: in ogni caso, avremo un paio di mesi per preparare il nostro show. L’unica cosa che ti posso confermare è il fatto che in questo tour ci seguiranno due ragazzi con la videocamera: filmeremo le varie date per realizzare un futuro dvd, un progetto, per ora, ancora in alto mare. Siamo molto contenti di far parte di questo tour itinerante per la seconda volta, perché per la prima volta calcheremo il palco principale.
Cosa pensi della scena metalcore europea e statunitense?
Che è enorme, soprattutto qui in Europa, dove alcune band sono ben più famose che negli Stati Uniti. Mi viene da pensare ai Killswitch Engage, nostri amici da anni: sono molto noti nel Vecchio Continente, soprattutto nel Regno Unito. Anche negli Stati Uniti la scena è molto seguita, ma non tanto quanto in Europa. Proprio per questa ragione, credo che un festival come il Warped Tour possa funzionare anche in Europa. Un’idea perfetta sarebbe organizzare una serie di date nei maggiori club nel periodo invernale.
Un breve bilancio su questo tour europeo, che si concluderà stasera?
È stato sicuramente il nostro tour più importante. Certo, le condizioni metereologiche sono quasi sempre state avverse: molto freddo, tanta pioggia. Ma in ogni caso, abbiamo avuto dei grandi compagni di viaggio e i nostri fan hanno ripagato questa nostra “fatica”: sicuramente, abbiamo molto materiale da mettere nel nostro futuro DVD o nel MySpace (ride, ndr)!
N.L.