Gli Slayer si sono esibiti in concerto all’Alcatraz di Milano il 19 giugno 2013. L’ultima tappa italiana (guarda qui foto e scaletta di Padova) della mini leg nazionale, ha visto la band in grande spolvero, decisa e inarrestabile per quasi un’ora e tre quarti, per la gioia di un pubblico a dire il vero piuttosto esiguo. In apertura si è esibito Jason Newsted con il suo nuovo progetto solista.
[youtube lFQJh4ikAfg nolink]Se Milano assomoglia al Borneo in questi giorni, considerato il devastante tasso di umidità percepito, l’Alcatraz questa sera è la Groenlandia, aria condizionata a cannone e una differenza con l’esterno probabilmente poco lontana dai venti gradi. Newsted prova a far alzare subito la temperatura, sparando il proprio metallo nostalgico con commovente convinzione. La gente (quelle 150 persone che sono arrivate alle 19:45 per vederlo) lo sostiene e lo gasa, Mike Mushok è posseduto dal demone dell’headbanging (si vede che si era ben rotto le palle della depressione degli Staind e ora scapoccia come un pazzo assoluto su ogni pezzo) e tutto sommato il set è divertente; niente di epocale s’intende, ma gradevole.
Gli Slayer prendono lo stage alle 21:00, i suoni inizialmente fanno pena ma si aggiustano fortunatamente quasi subito. Nel frattempo è arrivata un po’ di gente, rimane pochina per carità ma almeno un cinquecento unità ci saranno. La scaletta è fighissima, Hallowed Point come seconda è una fucilata e quando successivamente arrivano At Dawn They Sleep, Altar Of Sacrifice e Die By The Sword allora la libidine è totale. Il gruppo sta benone, Araya grida senza interruzioni e sorride (ghignandosela di brutto a volte) di continuo alle prime file, gli altri tre spaccano e non prendono una stecca nemmeno a pagarla.
[youtube 9_3TJg4GzKM nolink]La serata scorre senza intoppi, la folla tributa ad Hanneman qualche coro ogni tanto e la band dal canto proprio omaggia la memoria dello storico chitarrista con un mega telone a fondo palco durante il bis conclusivo. Piaccia o meno gli Slayer vanno avanti. Comunque e a prescindere. Kerry King e Tom Araya proseguono nel loro cammino almeno all’apparenza come niente fosse: scomparsa di Jeff a parte, l’assenza di Dave Lombardo passa quasi inosservata grazie all’abilissimo Paul Bostaph, mentre Gary Holt è oramai membro ufficiale da due anni. Cosa riserverà il prossimo futuro agli Americani non è dato saperlo, quel che è innegabile è che stasera abbiamo assistito a un concerto davvero figo. E per ora va bene così.
Setlist: World Painted Blood, Hallowed Point, War Ensemble, Hate Worldwide, At Dawn They Sleep, Bloodline, Disciple, Mandatory Suicide, Chemical Warfare, The Antichrist, Die by the Sword, Postmortem, Altar Of Sacrifice, Jesus Saves, Payback, Seasons in the Abyss, Hell Awaits, Dead Skin Mask, Raining Blood, South of Heaven, Angel of Death.
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