Accendi la radio, ti imbatti in una canzone dall’arrangiamento accattivante che non riesci a definire pop, rock, soul o rnb e ne rimani completamente catturato. Come rimani totalmente abbagliato dalla voce maschile che la interpreta. In men che non si dica, suddetta canzone diventa un tormentone estivo. Successivamente, il caso vuole che tu abbia l’opportunità di intervistare quell’artista che tanto ti ha incuriosito. E cosa scopri? che quella voce calda e profonda appartiene a John Newman, un ragazzone di 23 anni alto due metri e che, già a prima vista, si dimostra più maturo della sua età.
Se vi aspettate la classica storia del ragazzo che tenta la fortuna attraverso i talent, vi sbagliate di grosso. Cresciuto nel North Yorkshire, Newman si è costruito da solo. “Da ragazzino credevo che nella mia vita avrei fatto il meccanico. Ma così non è stato”. Alla giovane età di 14 anni, imbraccia per le prime volte la chitarra e inizia a cimentarsi nella scrittura di canzoni. “A 17 anni mi sono trasferito a Leeds per approfondire meglio lo studio della musica e ricordo che, in quel periodo, accettavo praticamente ogni tipo di lavoro. Ho sempre voluto cavarmela, dagli inizi fino ad ora. Ed è per questo che, pur non criticando chi sceglie di partecipare ai talent, ho preferito inseguire la musica in questo modo“.
A dire il vero, per Newman, il do it yourself è una vera e propria filosofia di vita, che applica al 100%. Non solo canta e suona, ma si disegna i vestiti da solo e si occupa della produzione. Dettaglio non insignificante, che si riflette anche all’interno dell’album. “La mia preoccupazione principale, musicalmente parlando, era che nel disco ci fossero esclusivamente pezzi nei quali credevo. Non mi interessa seguire le mode del momento o capire le tendenze che la fanno da padrona nelle charts mondiali, l’importante è suonare e cantare ciò che piace a me“.
La promessa della musica inglese è un esempio di determinazione, dote che non gli è mai mancata già da ragazzino ma che, probabilmente, ha avuto un’impennata a causa di un’esperienza poco felice. Newman infatti, nonostante la giovane età, è stato operato per un tumore al cervello. “Ma la mia ragazza, all’epoca, mi ha sostenuto parecchio, dicendomi che avrei dovuto farcela per poi realizzarmi nella musica”. E così è stato, oggi l’artista britannico si è riscattato e ha pubblicato il suo primo album, intitolato Tribute. “Ho scelto questo titolo per ringraziare i miei idoli musicali, grazie ai quali sono qui, ma non solo. Voglio ringraziare soprattutto i miei genitori e i miei amici, che hanno reso tutto questo possibile. Il secondo singolo, Cheating, è appena uscito e parla delle mie paranoie con le ragazze, causate dalla mia insicurezza”.
Per vedere John Newman on stage bisogna aspettare il 20 novembre, in occasione dell’unica data italiana del tour, presso la Salumeria Musicale di Milano.
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