Era il 2010 quando, grazie a brani catchy come “Pack Up” e “Skinny Genes” una nuova promessa del pop britannico stava compiendo i suoi primi piccoli passi nel mondo della musica internazionale. A quattro anni di distanza, Eliza Doolittle torna col suo secondo album di inediti, intitolato “In Your Hands“.
“In Your Hands è diverso dal primo disco, ci sono dei punti di contatto ma è passato tanto tempo. Quando ho scritto “Eliza Doolittle” ero molto giovane e non sapevo ancora niente della vita. In questi tre anni ho vissuto tante esperienze che mi hanno fatta crescere. Non che ora abbia capito tutto, ma ho imparato parecchie cose da ciò che ho vissuto e ho ritenuto giusto testimoniare queste lezioni nel modo più onesto possibile. Quando scrivo le mie canzoni non voglio alcun tipo di forzatura, desidero che nascano naturalmente, vedere da dove partono e dove arrivano“.
Il secondo full length della popstar inglese è stato scritto in seguito ad una rottura amorosa “In realtà, quando ho iniziato a scrivere ero ancora felice. Poi è arrivata la fine di questa storia e mi è crollato il mondo addosso, mi sentivo molto vulnerabile. Ho scritto due canzoni, quelle che reputo più importanti, quando mi trovavo in quello stato d’animo. La prima, No Man Can, parla del turbinio in cui mi trovavo in quel momento, della sofferenza causata dalla fine della mia relazione. La title track, invece, parla sempre di quello stato d’animo ma in chiave positiva, una sorta di promemoria che mi ricorda la persona che vorrei essere. Per questo motivo ho deciso di dare questo titolo all’album, in modo da tenere sempre a mente questo insegnamento. Sono stata sospesa per diverso tempo tra pessimismo ed ottimismo, ma alla ha vinto l’ottimismo. Credo nell’amore.”
E aggiunge “Penso che questo sia un disco onestissimo, mi sono esposta completamente. Inoltre ritengo che parlare delle proprie delusioni d’amore o fallimenti di altro tipo possa essere utile anche a chi ascolta le canzoni, perché è una testimonianza del fatto che, pur stando male, tutti riusciamo ad uscire dai brutti periodi”.
Durante la scrittura delle canzoni, che musica hai ascoltato maggiormente? “Musica r’n’b, soul, hip hop, tanta musica degli anni ’70. Ma anche Arctic Monkeys e i Queens Of The Stone Age. Il loro ultimo album è molto figo, mi piacerebbe collaborare con loro. Ma la numero uno, per me, rimane Beyoncé. Ho avuto occasione di incontrarla ed è davvero magnifica.”
Così giovane eppure già conosciuta, come può cambiare la vita di una ragazza dopo il successo? “Non ho avuto poi così tanto successo, mi sento diversa solo per qualche piccola cosa. Ad esempio, non mi piace andare in giro per club, forse perché ho iniziato a farlo quando avevo solo 15 anni e mi sono stufata dopo un periodo abbastanza breve. Preferisco di gran lunga stare a casa ad ascoltare buona musica. Oppure, mi sento un po’ triste quando devo partire e sono costretta a non vedere la mia famiglia per un bel po’ di tempo. Però mi diverte ciò che faccio”.
Battuta finale, riguardante i divertimenti: cosa le piace fare quando non scrive? “Mi piace molto la moda e guardare film. Ma, di gran lunga, la cosa che mi piace fare più spesso è fare l’amore!”
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