Incontriamo il frontman dei Dream Theater, a un’ora di distanza dall’esibizione sul palco del Gods Of Metal. Ecco cosa c’ha raccontato, i rumori di fondo che apprezzerete (in tutte le videointerviste da noi effettuate alla kermesse) sono stati gratuitamente forniti dall’organizzatissimo backstage della manifestazione che non prevedeva nessuna stanza adibita alle interviste.
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27 giugno 2009
“Siamo contenti di essere tornati al Gods Of Metal, siamo carichi e pronti per andare fuori a spaccare tutto, a suonare la nostra musica per i tanti fans che c’aspettano. Penso che nella scaletta ci sarà anche materiale dal nuovo disco, non abbiamo il tempo che di solito abbiamo a disposizione quando facciamo da headliner a un festival, quindi alcuni pezzi nuovi che vorremmo proporre non ci saranno, ma state pronti …sì insomma al massimo un solo pezzo nuovo!”
“Cosa ne penso del nuovo disco? Lo odio a morte cazzo! Credo sia un disco grandioso, uno dei nostri migliori se non il migliore. Penso che sia un importante ritorno alle nostre radici, il sound del disco in molti punti ricorda Images & Words e Awake, anche Scenes From A Memory, penso che la cosa migliore sia il fatto che suoni allo stesso tempo moderno e che dimostra che siamo una band in continua evoluzione sia a livello personale, a livello di musica e di coesione della band stessa. Siamo orgogliosi del risultato finale ottenuto.”
“Similitudini con Train Of Thought? Sì direi di sì, a noi tutti piace la musica metal e a livello d’impatto questo disco è effettivamente pesante, ma anche la componente jazz o pop ha sempre fatto parte del nostro sound d’insieme. Quindi l’aggressività in certe parti ormai è un nostro marchio di fabbrica, probabilmente Train Of Thought è uno dei lavori più recenti a cui Black Clouds & Silver Linings può collegarsi specialmente per la sua aggressività, ma personalmente lo lego maggiormente ad Awake, con Awake siamo riusciti a suo tempo a trovare il perfetto equilibrio tra la matrice progressive e l’impatto puro, e questo disco è a sua volta un ottimo esempio di equilibrio tra questi due elementi.”
[saluti e facce buffe verso Mike Portnoy che ‘disturba’ la registrazione]“Il punto più alto e quello più basso nella carriera dei Dream Theater? Dunque per me quello più alto è stato quando abbiamo firmato il contratto discografico che ha portato a Images & Words. Eravamo felici, carichi, stavamo realizzando il sogno di cominciare una vera e propria carriera che fortunatamente continua ancora oggi. Images & Words è stato un picco assoluto nelle nostre vite. Adesso siamo in un altro punto altissimo, siamo orgogliosi di quanto siamo riusciti a proporre musicalmente fino a questo momento, il successo a livello internazionale ha fatto sì che diventassimo una realtà solida e valida. Il punto più basso per quanto mi riguarda è quando ho avuto seri problemi alle corde vocali, un momento difficilissimo. Per la band direi nell’epoca di Falling Into Infinity, c’erano troppe forze esterne che cercavano di dirci cosa dovevamo e cosa non dovevamo essere. Tutto questo portò tensioni interne tra noi, c’erano all’epoca molte barriere e difficoltà comunicative. Superato questo periodo, siamo entrati nella seconda parte della nostra storia con Scenes From a Memory, un disco che c’ha permesso di riappropriarci della nostra identità e di fare ciò che volevamo fare senza interferenze esterne, da quel momento in poi tutto diventò molto più semplice e da allora siamo riusciti a stabilizzarci e a gestire bene tutto quanto è il nostro mondo.”
“Cosa dico ai fans che sentono la mancanza di canzoni brevi ed efficaci come Surrounded? Bè ancora adesso scriviamo brani non lunghi e abbastanza lineari. In questo disco abbiamo Wither, insomma dipende molto dal singolo, dipende chi dice questo, dipende quale disco preferisce, quali pezzi apprezza, come ha conosciuto il gruppo e cose del genere. Surrounded non è che sia così corta, son sempre sei minuti o giù di lì, credo che ciò che dovrebbe importare ai fans è il fatto che siamo ancora fedeli a quanto proponevamo all’inizio della nostra carriera, siamo ancora pieni di voglia di fare la nostra musica e vogliamo continuare a migliorare come musicisti. L’ultimo disco credo sia la dimostrazione che facciamo esattamente ciò che sentiamo di suonare, senza voler cercare a forza un brano più epico o più corto di un altro, questo è molto importante.”