A trenta anni dal primo lavoro e dopo lo scioglimento del 2010, gli A-ha tornano insieme per il loro decimo album di studio, riprendendo da dove avevano lasciato: dalla ricerca della melodia stilisticamente perfetta.
Le prime note di questo “Cast In Steel”, infatti, mettono le cose in chiaro: si ha davanti un album squisitamente pop costruito su atmosfere oniriche e ricercate, su una voce ammaliante e sontuosa senza concedersi a picchi nè variazioni troppo ardite, su un songwriting che trasuda maturità e sulla ricerca del perfezionismo quasi maniacale.
Certo la voce di Morten Harket potrebbe non essere così cristallina e incisiva come ai tempi d’oro ma rimane incantevole ed espressiva nei toni più profondi e gravi arrivati con l’età e la maturità vocale; le melodie sono tipicamente malinconiche e si viaggia sul filo della new wave in più riprese.
Ma non manca la voglia di sperimentare senza voler per forza strabiliare: la band mescola sintetizzatori, chitarre acustiche ed elettriche, archi e incisi orchestrali cercando di dare un unico abito a delle tracce che in fondo però sono i frutti del lavoro disgiunto di tre artisti abituatisi negli ultimi cinque anni a lavorare da solisti o tuttalpiù a collaborare come ex membri di una band. La voglia di tornare a fare qualcosa assieme c’era, ma forse i tempi non erano del tutto maturi.
Ad ogni modo non c’è una canzone che risulti banale, ma nemmeno una in particolare che svetti fra le altre per bellezza o produzione: l’album è solido fino in fondo e proprio per le condizioni e i tempi brevi in cui è nato ci fornisce il metro con cui misurare la cifra stilistica raggiunta da una band che, nonostante i numeri commerciali raggiunti in termini di vendite e presenze ai concerti degli ultimi vent’anni (ancora detiene il record mondiale di numero di spettatori paganti ad un concerto), è forse rimasta vittima del successo di quella “Take On Me”. Quel brano che diede tanta notorietà ma precluse un futuro ascolto degli A-ha alle orecchie dei molti che li hanno sottovalutati dopo l’indigestione radiofonica targata anni ’90.
https://www.youtube.com/watch?v=9SSsETFmYXQ