gRAPpa #1: album rap e cose hip hop italiano di cui vale la pena parlare

album-rap-hip-hop-italiano-grappa

Se ti viene l’ansia per l’eccessivo numero di uscite non preoccuparti. L’arte del bere la gRAPpa ha delle regole molto precise. Riempi un quarto di bicchiere e attendi dai 10 a 15 minuti. Inspira e gustane il profumo. Evita di tenere il naso troppo a lungo sopra il bicchiere, il flow affatica l’olfatto: meglio annusare ripetutamente per brevi intervalli. Dopodiché bevi un piccolo sorso e inizia a muovere la testa.

Izi – Fenice
 – Tutti sanno che la fenice è un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. In pochi sanno che Izi è una delle sorprese del panorama rap italiano di questo 2016. Il protagonista del film “Zeta”, ha realizzato il disco in un lasso di tempo molto limitato, ma nonostante questo, ed i soli 20 anni, già dal primo ascolto emergono le enormi capacità del rapper in fatto di scrittura e flow. “Fenice” è un album maturo e con messaggi profondi che merita assolutamente un ascolto.

Nitro – Suicidol Post Mortem – 

Ormai Nitro non è più una novità, ma un vero e proprio big del rap italiano. Il suo disco, “Suicidol post mortem”,fresco di certificazione d’oro, è un concentrato di sfoghi, provocazioni, affronti e ironia: tutti tratti tipicamente hip hop messi in musica da un giovane artista con una concezione contemporanea e aperta del rap.

Mondo Marcio – La freschezza del Marcio – 

 È il disco che segna l’inizio di un nuovo percorso nella carriera artistica del rapper. Dentro “La freschezza del Marcio”, infatti, si allontana da alcuni cliché del rap abbandonando i loop a favore della musica suonata. Questa freschezza però, si ferma solo nel titolo. Lo ascolti una volta e lo metti da parte.

Jake La Furia – Fuori da qui – 

Secondo album solista per il rapper dei Club Dogo. Per realizzare questo disco, Jake La Furia si è preso più tempo rispetto al precedente “Musica Commerciale” nel tentativo di non ripetere gli errori commessi in passato. Il risultato? “Fuori da qui” è riuscito nel difficile intento di farci rimpiangere “Musica Commerciale”. È come se molti pezzi siano stati pensati e concepiti per passare in radio e, come spesso accade, la radio non l’hanno vista nemmeno con il binocolo. Brani come “Notte in città” sembrano scarti di un disco del peggior Jovanotti o Fedez, per non parlare di “Me Gusta” brano sconsigliato ai deboli di cuore.

Jack The Smoker – Jack uccide – 

A distanza di sette anni dal primo album solista, Jack The Smoker torna sulla scena ma non riesce ad essere originale e incisivo come in tutte le collaborazioni e mixtape affrontati in questi anni. “Jack uccide” assomiglia ad un occasione persa. Certo, alcuni brani originali ci sono, ma la sensazione è che il rapper della Machete abbia usato il meglio del proprio repertorio per i dischi degli altri, e sia arrivato con la penna scarica per il proprio disco.

Lascia un commento