Mi approccio all’ascolto di “Noi siamo infinito” nella maniera più semplice possibile: viaggiando per privazione. Privazione dai pregiudizi di un percorso noto, privazione dall’apparato social che spesso segue il cantante, privazione dal senso materno che per motivo cronologico personale sto vivendo. Ascolto Alessio Bernabei, il suo lavoro, con mente aperta e attenzione sonora.
La produzione di Cogliati (già Fedez, Michielin e Fragola) fa intravedere la direzione che l’ex ciuffo d’oro ha voluto percorrere. L’intento del giovane laziale è proporre un disco dal respiro internazionale, ed effettivamente gli spunti elettronici ci sono in “Io e te = la soluzione”, la cassa in quattro ne “L’amore cos’è”, il minimal sound di “Nell’istante di un addio”. Spunti e idee che non risultano totalmente elaborate, ma Alessio è giovane e il percorso che ha davanti può solo esser intrapreso passo dopo passo. “Noi siamo infinito” rimane quindi un disco che strizza l’occhio ancora al pubblico rosa dei teenager/younger . In quest’ottica è da leggere il duetto – già proposto a Sanremo – in “A mano a mano” con Benji & Fede, indiscussi teen idol.
Alessio gioca e si diverte con le sonorità ben note oltralpe, seppur il risultato sia un disco che mantiene gli echi di quello che fu il suo percorso iniziale, con canzoni sicuramente orecchiabili e radio friendly. Se un motivo di plauso deve esserci, lo ritrovo nel rimettersi in discussione come autore da parte di Alessio Bernabei. Troviamo quindi due brani da lui scritti e composti: la ballad “Fra le nuvole” e il midtempo “Obbligo e verità”. Degna di menzione rimane “L’amore cos’è”, scritta da Foster, Gray e Aiden con l’adattamento del testo in italiano a cura del rapper Fred De Palma.
Per concludere, Alessio Bernabei risulta essere sulla linea di start della musica nazional popolare italiana, sta a lui ora capire quanto spingere – ed allenarsi – per provare a conquistare l’ambito podio.