Sedicesimo (!!!) disco per gli Annihilator di Jeff Waters, che dopo essersi separato da Dave Padden (all’indomani dell’ottimo “Feast” tra l’altro) ha ripreso il comando anche dietro il microfono. Complessivamente l’unico lavoro davvero degno di nota degli Annihilator da quindici anni a questa parte è stato proprio “Feast” (2013), per il resto la mediocrità e la ripetitività sono state la norma per il buon Jeff, che dopo aver sfornato tre dischi praticamente perfetti tra fine Ottanta e inizio Novanta, ha solo occasionalmente centrato il bersaglio grosso.
Il nuovo album propone le solite cose, ergo riffoni, velocità, intro bellissime poi sfasciate da accelerazioni inutili (non è il caso se il pezzo migliore è “Pieces Of You”, una ballatona) e tanto piattume. Ovvio, se siete fan del gruppo come il sottoscritto, riuscirete a sopportare anche l’imbarazzante titletrack o la supersonica (ma insipida) opener, godendovi i rimandi all’epoca di “King Of The Kill” di “The Demon You Know” o di “Refresh The Demon” di “Altering The Altar”, o ancora la conclusiva “Not All There”. Ma sostanzialmente c’è poco da salvare, ed è ancora una volta un peccato, considerato l’indiscutibile spessore di Jeff come chitarrista.