Art Of Dying – Rise Up (EP)

Una cosa che mi piaceva fare quando ero più giovane, era trovare della roba buona da far conoscere attraverso Outune. Si potrebbero citare gli Alter Bridge, piuttosto che gli Airbourne, giusto per sparare due nomi che sono diventati giganteschi nel tempo una volta distribuiti e promossi nel modo giusto in Europa. La deviazione per il modern rock americano, mi aveva portato a seguire anche le release degli Art Of Dying, arrivati dopo anni a un (bel) disco distribuito da Warner.

Ora dopo tre anni dall’ultima chiacchierata strappata al frontman, i ragazzi sono cresciuti e, almeno negli States, hanno trovato la strada un po’ più spianata del solito grazie al contratto con la Eleven Seven di Nikki Sixx. Nell’attesa di vedere parlare di loro da parte dei media nazionali, è il caso di gustarsi il nuovo EP Rise Up, uscito in America già da qualche mese.

Le coordinate dei Nostri sono state leggermente modificate dalle esigenze della label. Ritmi generalmente aumentati, corettoni più hard rock e impatto ancora più frontale di prima. Quello che fanno un sacco di gruppi di quel roster. Esatto. Tuttavia gli Art Of Dying sono bravi davvero, e sanno scrivere canzoni superiori alla media, con ritornelloni vitaminizzati che fanno la gioia di qualsiasi appassionato del genere.

Se il singolone di lancio Rise Up poteva lasciare dei dubbi, è sufficiente ascoltare le altre quattro tracce contenute nell’EP per capire che Hetherington e compagni sono in grande forma. Le sfuriate Eat You Alive e Some Things Never Change, accanto al mid tempo di Tear Down The Wall e la semi-ballad ruffiana (in cui si ritrova il trademark degli esordi) Everything, ci consegnano un act che potrebbe godere nel breve periodo di un’esposizione sempre maggiore. E sarebbe anche ora. Daje regà.

Lascia un commento