Seguito dell’acclamato “Algiers”, l’ultimo lavoro dei Calexico “Edge of the Sun” porta avanti l’apertura a toni più leggeri e solari, con una marcatura più pop rispetto a lavori precedenti, come “The Black Light” o “Feast of Wire”. Però attenzione: questo non cambia l’appeal della band. La musica rimane ricercatissima, profonda. Ogni pezzo è un’anticamera evocativa di città sperdute a sud della frontiera americana, dove la civiltà diventa qualcosa di astratto e poetico.
Ascoltando “Edge of the Sun” (e tutta la musica dei Calexico) sembra di percepire la luce farsi sempre più rarefatta, gialla, polverosa. Il tempo fermarsi. Questo non è un album da festa e nemmeno da viaggio. E’ musica per stare con se stessi, per apprezzare il mondo che ci circonda. “Falling from the Sky” è la prima traccia dell’album e presenta tutto l’arsenale dei Calexico. Melodie suadenti supportate da un parterre di strumenti vario e amalgamato alla perfezione. Il ritmo sincopato e di atmosfera procede per tutto l’album, dove strumenti a fiato danno ampio respiro ed epicità ad emozionanti canzoni semi-acustiche. “Miles from the Sea” ne è l’esempio perfetto.
Le collaborazioni presenti nel disco con membri di, tra gli altri, Iron & Wine e Band of Horses non snaturano il sound, anzi, lo rafforzano e omaggiano.
Un album che porta con sé un bagaglio culturale ampissimo, di musica folk di frontiera e classica fuse alla perfezione, ma che introduce la facilità d’ascolto in questa nuova giovinezza della band, attiva dal ’96 e con 8 album sulle spalle.