Chvrches – Every Open Eye

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L’impressione, rispetto agli esordi di “The Bones Of What You Believe”, è che gli scozzezi Chvrches, dopo una prima abbuffata di sintetizzatori, ora si stiano spingendo verso un pop di più largo respiro pur continuando ad attingere a piene mani dagli anni Ottanta e Novanta, lanciando sempre più richiami a mostri sacri come Depeche Mode, Cindy Lauper e Pet Shop Boys.

“Every Open Eye” parte coi vocalizzi di Lauren Mayberry e, fin dal primo brano “Never Ending Circles”, lascia intendere che la cantante possa tranquillamente adombrare, grazie alla sua distinguibilissima voce, il resto del terzetto e quello che comunque viene classificato come un lavoro di gruppo. Una conferma la si ha non appena la voce maschile di Martin Doherty fa capolino nel brano “High Enough To Carry You Over”, creando un forte stacco dai pezzi precedenti, segnando un solco netto nello sviluppo del disco, anche qualitativamente parlando.

Le tematiche dei brani, dirette e a volte cupe, abbinate ai suoni elettronici hanno portato molti a utilizzare l’etichetta di emo-synth-pop per catalogare il nuovo lavoro del gruppo di Glasgow; definizione relativamente utile ai fini pratici.
Il disco nel suo complesso non risulta banale, ma proprio per la sua struttura piuttosto “circolare” – giusto per parafrasare il primo brano – finisce col creare un senso di ripetitività nell’ascolto, che alla lunga potrebbe stancare.

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