Coal Chamber – Rivals

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Cronologicamente parlando, “Rivals” segna il ritorno dei Coal Chamber dopo tredici anni di silenzio. Ma cosa si deve aspettare chi è cresciuto nell’illusione di fare brutto ascoltando “Fiend” nel suo lettore mp3 preistorico, mentre si affanna per arrivare in orario a scuola? Esattamente quella roba lì. Se (chi più, chi meno) dal 2002 si è cresciuti, buttandosi nell’esplorazione di nuove sonorità o rispolverandone di meno recenti, la band californiana è per forza di cose invecchiata, ma non di certo maturata. Stesso sound nu metal tamarro, una gioia per le orecchie di chi ha vissuto la pubertà musicale nei primi anni 2000.

I Coal Chamber rimarcano questa loro presa di posizione in apertura con “I.O.U. Nothing”, nella quale sembrano voler dire “non vi dobbiamo un bel niente, facciamo quello che ci piace, tanto in cambio non riceveremo nulla”. E continuano su questa strada fino all’ultimo pezzo di “Rivals”, anche se in realtà lo scambio di favori tra musicisti e pubblico c’è, eccome. I Coal Chamber pretendono il loro sacrificio di ossa e sudore durante pezzi come “The Bridges You Burn” e “Another Nail in the Coffin”, che sembrano fatti apposta per pagare questo debito di sangue nel mosh pit, e sono certa che i fan non vedono l’ora di onorare l’impegno approfittando dei prossimi live della band. Se escludiamo un paio di brani evitabilissimi (“Orion” e la parentesi strumentale industrial di “Dumpster Dive”) la qualità si mantiene sempre su buoni livelli, esplodendo nella title track, durante la quale Dez Fafara si trasforma in un cobra inferocito, che sputa veleno letale a destra e a manca, e in “Light in the Shadows”, una scintilla che non può fare nient’altro che innescare un headbanging satanico. Impossibile non citare l’appetitoso featuring di Al Jourgensen dei Ministry in “Suffer in Silence”, che sguazza in questi suoni come un coccodrillo nel suo fiumiciattolo.

“Rivals” è un palpito post-mortem della scena nu metal, sepolta da tempo, ma ancora viva nei ricordi di chi l’ha vissuta con l’entusiasmo senza freni dell’adolescenza. Ottimo ascolto per chi inizia ad avere qualche annetto e comincia a sentire la necessità masochista di fare un tuffo in un passato così vicino ma anche (purtroppo) così lontano.

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