Una decadente Venere botticelliana spogliata dalle tinte rinascimentali e paludata da gotici aloni di corruzione e decadenza. Così si presenta la copertina del nuovo lavoro dei Cradle of Filth,“Cryptoriana – The Seductiveness Of Decay”, rilasciato da Nuclear Blast. Le tinte fosche tipiche della band britannica si spandono come di consueto nel sound aggressivo e oscuro offerto da questo nuovo full-length, che potrà regalare ai fan piacevoli reminiscenze dei grandi successi passati.
“Cryptoriana – The Seductiveness Of Decay” è figlio di una commistione stilistica che ne rende difficile la collocazione in un genere definito, il che comunque non ne inficia l’impatto complessivo. I fanatici delle etichette rimarranno a scervellarsi nel vano tentativo di collocare quest’opera in un singolo scaffale della libreria musicale. Contaminazioni thrash, heavy, gothic, generano un lavoro molto articolato e che necessita di più ascolti per essere inquadrato. Le ambientazioni virano repentinamente, accelerando in riff e assoli death e black, solo per dilatarsi in lenti passaggi goth, ripiombando nuovamente in ritmi più frenetici e vertiginosi.
Di grande caratura è la sezione ritmica, che martella senza requie durante tutto lo svolgimento dell’album, affiancata da chitarre ruggenti, artefici di assoli impressionanti, veloci e puliti, di un’incisività devastante. La componente orchestrale, coadiuvata da cori e tastiere, offre una cornice appena accennata durante la maggior parte dell’esecuzione: exploit coristici compaiono improvvisamente, occupando l’intera scena, rendendola di colpo solenne e funerea. Tale squilibrio, tuttavia, è talmente netto da togliere paradossalmente un po’ di armonia all’insieme.
I continui viraggi di sound strattonano l’ascoltatore, al quale non viene concesso mai un attimo di pace, com’è giusto che sia; influenze di chiaro stampo maideniano si possono ascoltare negli improvvisi riff che costellano “The Seductiveness Of Decay”. Particolarmente coinvolgente è “You Will Know The Lion By His Claw”, roboante uragano di oltre sette minuti, durante i quali ogni elemento si esprime al meglio.
La voce di Dani Filth, seppur ben dosata e sapientemente espressa nelle tonalità basse e nei passaggi rochi, soffre di scarsa elasticità negli acuti in scream, purtroppo penalizzando la resa complessiva di alcuni passaggi, in cui si è obiettivamente preteso troppo: la voce non è più quella di un tempo, e gli sforzi profusi non sortiscono sempre effetti particolarmente esaltanti.
“Cryptoriana – The Seductiveness of Decay” mostra una composizione musicale complessa, il cui ascolto richiede una notevole attenzione affinché essa sia compresa pienamente. I brani sono molto lunghi, caratterizzati da una struttura articolata, e contaminata da stilemi molto eterogenei. Tecnicamente gli elementi strumentali sono artefici di performance dalla massiccia caratura, mostrando impressionante intesa anche nei passaggi più frenetici e difficili. Assoli, riff di grande livello e ritmi pieni offrono un suono completo, che colpisce l’ascoltatore con violenza, al contempo cingendolo voluttuosamente con un alone lussurioso e a tratti malinconico. Un bell’album che, a dispetto di un paio di nei, riesce a prendere attraverso ripetuti ascolti, attenti, attraverso i quali fuoriescono tutte le qualità creative ed esecutive del roster britannico.