Sound parecchio giovane per “Destroy + Rebuild” dei Deadset Society, una band che viene da Toronto e vede tra le sue fila elementi dei dismessi My Darkest Days. Sound che qui in patria non ha tantissime fortune, poca sostanza e un manto di iperproduzione che riempe e abbuffa le casse ed è vagamente divertente par alcune canzoni, grazie ai suoi riff dopati e le melodie di facile attacco, ma che alla lunga stanca.
Così filano via piacevoli “Since You’ve Gone Away” ed il singolo di lancio “Like a Nightmare”, ma già da “Numb” si comincia a guardare il soffitto e a chiedersi meh, sarà tutto così? Si, è tutto così. Melodie da boyband e industria del suono di eccelsa qualità ma con pochissime idee, pochissimo carattere. Se in Canada magari smuovono frotte di emo rocchettari, qui dubito abbia un mercato. Di certo non coinvolge con temi né atmosfere. Energia diluita da ore ed ore di post produzione sonora. Sfugge tutto e non rimane nulla.
“Born Again” inizia e la piacevole sorpresa melodica deriva dal fatto di essere un semi plagio dei Linkin Park e ci vuole pochissimo ad accorgersene. È praticamente “Somewhere I Belong” del gruppo del mai abbastanza compianto Chester Bennington. Quindi di che stiamo parlando?
Un po’ di Three Days Grace andando oltre con “Desperate Times”, forse l’episodio migliore, con una produzione che svela la comunione del produttore con gli Evans Blue. La ballatona c’è ed è “Something Left to Save” che non è proprio unghie sulla lavagna, ma l’atmosfera di acustica e piano viene flagellata da un dozzinale ritornello. Più poppettara “Rear View Mirror” e parecchi sintetizzatori ed effetti nella finale “Fall Apart”, che ammicca agli anni ’80, ma sotto sotto nasconde un alternative metal che trovi ad un qualsiasi discount di genere. Non è una tortura questo “Destroy + Rebuild” ma trovare un motivo per riascoltarlo è veramente un’impresa più grande di noi.