“Rituals of Black Magic”: mai titolo più esplicativo, in quanto il nuovo lavoro dei Deathless Legacy, il quarto dall’esordio del 2014 e il terzo rilasciato sotto l’ala protettrice di Scarlet Record, ci viene presentato come una raccolta di rituali di magia nera; un “occult grimoire”, contenente oltre dieci rituali che vengono descritti nei testi dei singoli brani con dosi, ingredienti, procedimenti e formule da recitare. Il tutto ovviamente a vostro rischio e pericolo. Si tratta di testi recuperati da tomi proibiti, nascosti per lungo tempo negli scaffali degli archivi vaticani, roba pericolosa quindi, con la quale è meglio andarci con molta cautela. Mi raccomando.
L’horror metal band tricolore ci mette fra le mani il suo primo concept album, che affronta nell’arco dei suoi sessanta minuti di durata e di 13 brani i suddetti rituali di magia nera. Invocazioni demoniache, incantesimi, e tutto il macabro armamentario fatto di rivoltanti ingredienti e truci rituali. I brani sono composti nello stile classico della band, quell’horror metal dalle tinte goticheggianti, con cori potenti e tappeti di tastiere assolutamente idonei alle atmosfere funeree della musica proposta.
Non mancano episodi veloci e più marcatamente “heavy” come ad esempio la title-track, in contrapposizione a passaggi dalle atmosfere più sulfuree e rarefatte (“I summon the spirits”, “Dominus Inferi”). Sul tutto spicca la solita eccellente produzione a opera dell’ormai celebre Daniele Mularoni dei Domination Studio di San Marino.
Terzo disco in tre anni, e terzo obiettivo centrato per i Deathless Legacy quindi. Un’ora di orrorifico assalto sonoro, quello che Stevia e soci hanno architettato per le nostre orecchie, che non farà altro che rendere felici fan vecchi e nuovi dalla band.