Doyle – Doyle II: As We Die

Chi voleva che “Abominator”, il primo disco di Doyle, l’ennesimo progetto solista marcato Doyle Wolfgang von Frankenstein, non finisse mai, dopo quattro anni è stato finalmente accontentato: “Doyle II: As We Die” (titolo per altro di danzigiana memoria) è il seguito ideale del lavoro del 2013. Infatti, le parti dell’ex chitarrista dei Misfits sono state registrate all’epoca di “Abominator”, ma il materiale era talmente abbondante che il nostro buon Doyle ha deciso di splittare il tutto in due uscite.

Nonostante quindi lo scheletro del disco fosse già pronto da anni, “Doyle II” ha avuto una gestazione piuttosto travagliata. Insomma, ci sono stati problemi con il mixaggio che hanno causato un continuo e piuttosto fastidioso posticipo dell’uscita del disco. Ma ne è valsa la pena. A differenza di una nostra vecchia conoscenza (lo dico, Danzig), nonostante le difficoltà e le finanze risicate, la seconda fatica del progetto Doyle suona bene, e soprattutto convince esattamente come il suo predecessore.

Non aspettatevi chissà quali novità, ovviamente. Mr Caiafa continua ad “autoplagiarsi” con i suoi assoli trademark, e gli argomenti trattati sono sempre quelli (per farla breve, zombie e mostri vari se la spassano di brutto, molto più dei vivi). Il vocalist Alex “Wolfman” Story dei Cancerslug è sempre più un complemento inscindibile da Doyle, e di tanto in tanto, (questa è la novità più grande) viene accompagnato da ospiti di pregio, come la signora von Frankenstein (aka Alissa White-Gluz degli Arch Enemy) in “Kiss Me As We Die” e Randy Blythe in “Virgin Sacrifice”, peraltro uno dei pezzi più aggressivi e meglio riusciti di “Doyle II”.

Pur senza rivoluzionare nessun genere (o sottogenere), il mix di hardcore/horror punk, thrash metal, goth e vibrazioni psychobilly è sempre distinguibile tra mille, e soprattutto, bisogna riconoscere che Doyle è stato uno dei primi a codificarlo e a portarlo intatto fino al 2017. Ma siccome Caiafa non ha creato nulla da solo, io ogni tanto lo chiedo, che male di certo non fa: a quando una reunion più duratura con tanto di nuovo disco degli Original Misfits? Giusto per sapere.