[Alt Folk/New Acoustic Movement] Kings Of Convenience – Declaration Of Dependence (2009)
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Il duo di Bergen torna a pubblicare un disco dopo aver lasciato passare cinque anni dal miglior capitolo della sua storia, il maturo e fortunatissimo Riot On An Empty Street. Il titolo non poteva essere altro che Declaration Of Dependence, visto che quest’album è una luminosa dichiarazione di dipendenza dalla forma stilistica perfetta trovata negli anni dai Kings, dalla loro posizione di duo incredibilmente affiatato e di punto di riferimento per tutta una schiera di musicisti che, volenti o nolenti, hanno iniziato il loro percorso personale guidati dalle voci di Erlend ed Eirik, o che grazie al loro traino hanno ricevuto visibilità, o forse, più che da tutto il resto, dall’amore sfrenato per la forma-canzone più pop.
Questo nuovo album è bello come al solito, allegro e da ballare in alcuni pezzi ed introverso e nebbioso come solo in Scandinavia riescono a fare in altri. Ci regala perle quali My Ship Isn’t Pretty, ma si siede troppo spesso su di una più scialba riproposta della bellezza irripetibile di Riot On An Empty Street: due chitarre, fingerpicking, due voci e un po’ di voglia di ballare. Ma a farci ballare ormai ci pensa Erlend da solo, con i suoi The Whitest Boy Alive, e, per quanto riguarda il nuovo movimento acustico, ci sono gruppi, uno fra tutti i Sodastream che hanno preso negli anni vie molto più interessanti.
Cosa ci rimane, quindi? Un cd che è musica da doccia o da caffè la domenica mattina, l’impressione che i Kings Of Convenience abbiano ormai poco da dire, e la speranza che sappiano cambiare e rinnovarsi, stupendoci con il prossimo album.
Francesca Stella Riva