Mondo cattivo – A chi succhia – Il solitario – Bellezza – Poeti – Amen – Il sorriso – L’inganno – La lira di Narciso – La cognizione del dolore – Nel peggio
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Un nuovo corso per i Marlene Kuntz? Si tratta sicuramente di un disco che spiazza un po’ abituati alle sfuriate grezze, arrabbiate, maledettamente rock della band piemontese, sentirli ora alle prese con un discorso più calmo, ragionato, lascia un po’ spaesati. Bisogna però ricordare che già in passato i Marlene si erano cimentati con questo tipo sonorità, si pensi per esempio a “La canzone che scrivo per te” oppure a “E poi il buio”, due brani con degli elementi che ora ritroviamo anche qui come ne “La lira di narciso” o ne “Il solitario”. Gli arrangiamenti e la produzione seguono la ricchezza e la ricercatezza, a volte quasi sfacciata, dei testi, creando un intreccio ideale tra musica e parole che accompagna l’ascoltatore e lo sostiene per tutta la durata del disco. Non mancano anche i momenti di tensione come in Amen, dove la rabbia cerca di riprendere il sopravvento, ma viene subito placata per poi manifestarsi di nuovo in un crescendo negli ultimi brani. In conclusione un album che forse servirà ai Marlene Kuntz per cercare di capire come proseguire il proprio progetto musicale, che probabilmente non sarà una rottura netta con il passato, non sarà né bianco, né nero, ma forse proprio bianco sporco.
L.N.