Anneke Van Giersbergen Everything Is Changing

L’inizio di questo 2012 vede già qualche nome di qualità fare il suo ritorno nella scena musicale. Uno di questi è Anneke Van Giersbergen, conosciuta non a livelli di fama stellare ma di spicco nella nicchia rock-metal.
Everything Is Changing” si presenta come un album eclettico, nel quale trovano sfogo le diverse anime della cantante olandese e l’effetto che fa è quello di un diesel. Se infatti il primo singolo “Feel Alive” è orecchiabile ma non ha un piglio deciso, così non si può dire degli altri brani. La titletrack è uno dei momenti più intimisti insieme a “Circles”, due lenti in cui la protagonista indiscussa è la voce di Anneke e il pianoforte d’accompagnamento non è altro che una naturale esaltazione della sua vocalità limpida e inconfondibile. Ma sappiamo benissimo che in realtà l’artista è molto più di questo.
My Boy” è un brano ambivalente, immediato come un pezzo pop ma dal tiro decisamente rock, dal crescendo inesorabile. In questo album, rispetto ai precedenti, si fa sentire molto di più la pregressa esperienza della cantante in qualità di frontwoman dei The Gathering. Ed era anche ora, detto fuori dai denti. In “Too Late” la voce della Van Giersbergen  tralascia la dolcezza ascoltata sin qui e diventa più energica e potente, come se all’improvviso si fosse trasformata da angelo a leonessa. Stesso effetto lo si ha con “1000 Miles Away From Home”, che strizza ancor di più l’occhio ad atmosfere gothic metal: non ce n’è, è questa la dimensione nella quale si palesa maggiormente il talento di Anneke.
Il vero singolo di lancio del disco è senz’altro il secondo estratto “Take Me Home”, che può costituire idealmente un trait d’union tra passato e presente. Con un’intro vagamente elettronica e un arrangiamento rock che si ripropone per tutti i 3:30 minuti, è un mix a dir poco perfetto. I 12 brani di “Everything Is Changing” scivolano leggeri e piacevoli, senza un attimo in cui si accusa il colpo (tanto che anche “Slow Me Down”, la meno convincente di tutte, non ci invoglia a skippare).
L’impressione è quella di un disco studiato nei minimi dettagli, molto tecnico ma al contempo dall’alto impatto radiofonico. Un lavoro perfetto dal punto di vista commerciale e che rappresenta al massimo l’anima di chi l’ha scritto. Cosa volere di più dalla vita?

Claudia Falzone

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