http://www.manicstreetpreachers.com/
http://www.columbiarecords.com/
A solo un anno dall’ottimo “Journal For Plague Lovers”, la band inglese torna con un disco completamente diverso. Se il precedente era un incredibile regalo ai fans, un lavoro di cervello e cuore creato intorno ai testi del compianto Richey Edwards (chitarrista scomparso nel 1995), questo è tutto carisma, cantare a nastro, singolazzi per radio a manetta.
Per stessa ammissione della band, questa sarà la loro ultima uscita 100% mainstream: i Manic Street Preachers vogliono fare arrivare il messaggio a più persone possibili, quindi ci danno dentro con brani assolutamente accattivanti, basati su ritornelli micidiali e grandi strimpellate di chitarra acustica. Il gruppo intorno ci mette un gran contorno: produzione pulita e leggera, batteria incalzante, archi etc etc. Dodici brani assolutamente freschi e piacevoli, ma qui si va a gusti: preferite la melodia sinfonica di “(It’s Not War) Just The End Of Love” e della title track, oppure rock più diretti come “A Million Balconies Facing The Sun” (ospite Duff McKagan) e “Don’t Be Evil”? La band ci calca così tanto la mano da raggiungere episodi al limite della ruffianeria come “I Think I’ve Found It” (a momenti diventa “Soak Up The Sun” di Sheryl Crow) o la springsteeniana “All We Make Is Entertainment”.
Talmente commerciale che qualche fan rimarrà spiazzato, ma alla fine questi è vent’anni che fanno quello che vogliono…e la convinzione si sente.
Marco Brambilla