[Cantautorato] Tiberio Ferracane – Cosa Rimarrà Di Noi (2009)
Cosa Rimarrà Di Noi – E Lui Ride – Quando Sto Da Solo – Dimensione Follia – Lo So Bene Chi Sei – Ma Tu – Ah Le Donne – Scrivo Perché – E Ora – Vivo Così
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Tutto, nel disco di Ferracane, fa venire in mente la parola “garbo”. La voce di Tiberio, la cui timbrica ricorda molto Franz Di Cioccio, è roca senza essere graffiante, melodica senza essere melensa, forte senza bisogno di urlare, aggraziata senza sussurrare, in parole povere “garbata”. La musica che lo accompagna è equilibrata, senza particolari fuochi artificiali, guizzi o sperimentazioni, accompagnando “garbatamente” le parole. I testi spaziano con grazia (e “garbo”) tra gli argomenti canonici della canzone italiana, affrontati con passione e con quel pelo di provocazione che li rende vissuti, condivisibili, veri, senza forzature lessicali, senza volgarità, senza essere sguaiati o cedere al vernacolo.
Tiberio Ferracane è un cantatore “normale”, uno di quelli che non cerca di essere chi non è, non cerca la provocazione né lirica né formale, non cerca l’innovazione o la rottura a tutti i costi. Cosa Rimarrà Di Noi è un disco di un autore che non ha paura di nascondersi e che trova la sua forza proprio in quella “normalità” da molti disprezzata.
In un momento in cui cantanti stonati, pur di farsi notare, si pettinano in modo strano, si atteggiano a guitti o infarciscono i dischi di improperi, fa davvero piacere riscoprire la forza, il fascino e il garbo della “normalità”.
Stefano Di Noi