Torna la formazione al completo dopo un mare di collaborazioni e progetti solisti. I Club Dogo pubblicano “Noi Siamo il Club”, sesto album in studio a due anni dall’ultimo “Che bello essere noi”. Stavolta gli haters si troveranno in difficoltà: ingannati dalle prime tracce, dovranno ben presto mettere in discussione le proprie dichiarazioni. Tamarri e autocelebrativi? In apparenza sì, ma l’ascolto dell’album svela una personalità più matura, che sorprende. Dietro il flow spaccone e sgarbato dei brani che hanno preceduto l’uscita del disco (classica vetrina allestita esclusivamente per stupire) si sviluppa un lavoro ricco di sonorità nuove, interessanti featuring e contenuti più profondi. Le punchline naturalmente non mancano, ma sono distribuite con più accortezza. Stesso discorso per i pezzi aggressivi e ribelli in cui il trio ospita gli amici di famiglia: J-Ax e Marracash.
I beat accurati, sperimentali e mai banali di Don Joe supportano le rime di Jake e Gué e le voci degli artisti che hanno partecipato al progetto Dogo. Sono molti gli intereventi esterni e, in altrettanti casi, regalano le soluzioni più apprezzabili. A partire dall’intro di Carlo Lucarelli sui cattivi esempi o il flow di Ensi nel pezzo più street dell’album. Si alternano poi Emiliano Pepe, ormai una certezza R&B, in “Se Non Mi Trovi”; Zuli per la sterzata reggae di “Niente è Impossibile”, e un inedito Giuliano Palma in “P.E.S.” per uno dei pezzi più leggeri e godibili del disco. Infine “Tutto Ciò Che Ho” con Il Cile, profonda e malinconica, con cui la band da voce ai propri fan. Un lavoro ben fatto che si piazza, senza dubbio, tra le registrazioni migliori di questa fase così produttiva per il rap italiano.
Riccardo Rapezzi
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