“Pop-Hoolista” di Fedez è un album molto paraculo e che avrà tantissimo successo e, ovviamente, le due cose sono collegate. Anche in questo suo nuovo disco, infatti, il giovane rapper esploso qualche anno fa grazie alle milionate di visualizzazioni di Youtube e ormai tra i più venduti (come copie, si intende) del Paese, applica la sua ricetta collaudata che accosta con abilità brani cazzoni a momenti più impegnati, divertendosi di tanto in tanto a mescolare le carte. Quest’attitudine si manifesta già a partire dei titoli di molti pezzi, basati su giochi di parole come “Vivere in campagna pubblicitaria”, “L’amore eternit” e “Voglio averti account”. Che, va detto, per quanto simpatici all’ennesimo calembour risultano un po’ banalotti.
D’altronde, non è certo l’originalità il punto forte di “Pop-Hoolista”. Perché l’impegno di cui si parlava poco fa è fatto di riflessioni talmente generali e generaliste, da andare bene un po’ a tutti e per tutte le occasioni. Se (semplificando) dici che “i politici rubano i nostri soldi”, in pochi diranno che hai torto, ma questo non fa di te un rivoluzionario. In questo, il titolo stesso dell’album così come i luoghi comuni snocciolati nell’intro “Pop-Hoolismo” sono molto onesti, anche se fa un po’ sorridere che scorrendo la playlist si trovi un brano chiamato “Stereo-Tipi”, in cui Fedez denuncia per l’appunto i tipici stereotipi italiani.
In vari brani – vedi “Cardinal Chic” e “Generazione Bho” – ritorna la formula sperimentata più volte da Fedez in passato, con base tunz e momenti più concitati interrotti da un parlato in rima che veicola le riflessioni più pungenti. La title track, accompagnata da Elisa, segna un tentativo più cantautorale, che ricorda alcuni brani intimisti di Jovanotti. “Non c’è due senza trash”, invece, tradisce l’influenza del “fratello maggiore” J-Ax, con cui Fedez ha fondato l’etichetta Newtopia, e del suo rap’n’roll. Nel complesso, il risultato dovrebbe accontentare in pieno i fan del rapper milanese.
Anche la scelta degli ospiti a misura di talent è oculata: oltre ai già citati Elisa e J-Ax (che duetta con Fedez in “Viva l’Iva”), compaiono in “Pop-Hoolista” Noemi, Malika Ayane e l’ormai affezionata Francesca Michielin. Se si eccettua quindi il compagno di label, non c’è spazio per altri mc, il che del resto è rappresentativo dell’attitudine poco rap e molto pop – ancora una volta come suggerito dal titolo! – del disco. Da segnalare, per finire, il brano “Veleno per topic”, dedicato a un “pioniere dell’hip hop” rosicone che secondo i più sarebbe Fabri Fibra, come suggerisce l’accenno esplicito alla sua manager Paola Zukar.
La conclusione? Fedez ha già vinto. Sa quello che vuole e sa come ottenerlo. E soprattutto, sa quello che vuole il pubblico e sa come accontentarlo. Il che, bisogna precisarlo, è un merito e anche il frutto di una strategia che non è stata certo messa in piedi dall’oggi al domani. “Pop-Hoolista”, lo abbiamo già detto, sarà un successo assicurato. Che sia anche un album memorabile, ecco, quella è un’altra storia.
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