El puunt – Lo Sciamano – L’Alain Delon de Lenn – New Orleans – La ballata del Cimino – Il minatore di Frontale – 40 pass – La terza onda – La Grigna – Il costruttore di motoscafi – Fiil de ferr – Furestee – Il cavaliere senza morte – Loena de picch – Retha Nazur
Dopo un paio d’anni di silenzio torna a far parlare di se il cantautore lariano Davide Van De Sfross che si rifà vivo con un album di inediti dal titolo “Pica!”. Un lavoro che ha il difficile compito di raccogliere la pesante eredità di “Akuadulza”, lo splendido disco che ha consacrato a livello nazionale l’artista di Mezzegra, e che tanti fan aspettavano ormai da troppo tempo. Un’attesa che è stata degnamente ricompensata. “Pica!” infatti ha tutte le carte in regola per rappresentare l’ennesimo gradino nella progressiva e inarrestabile crescita artistica di Van De Sfross. Una nuova raccolta di personaggi, storie vere, icone simboliche di un’umanità che attraversa questa valle di lacrime specchiandosi nelle scure acque del lago, dove lascia impressa la propria immagine, un ricordo, un suono… Un suono come il “Pica” che racchiude l’essenza della vita del minatore di Frontale, brano simbolo dell’album, un ricordo come il bacio tra i due eterni innamorati che trascorrono tutta la vita l’uno accanto all’altro senza mai rivelare i propri sentimenti in “Loena de Picch”.
Davide Van De Sfroos racconta, con gusto più letterario che musicale, vicende reali e quotidiane che attraverso la sua visione poetica diventano simboli e rappresentazioni universali. La parola e il racconto contano più della musica che le accompagna che è costretta ad adeguarsi ai personaggi che incontra di volta in volta. La scaletta attraversa così generi e sonorità diverse sfiorandole e mescolandole tra loro dal rock-folk alla musica country, dalle reminiscenze celtiche al blues. La continuità del racconto è data dalla voce profonda e sincera del cantautore che riesce ad attraversare i vari generi musicali rimanendo sempre uguale a se stessa. Persino la lingua passa in secondo piano e diventa strumento al servizio delle esigenze della narrazione, così i testi passano dal dialetto all’italiano quasi con noncuranza anche all’interno dello stesso brano.
Tra le perle più ammalianti di questa collana c’è senza dubbio “New Orleans” un racconto di sofferenza ed amore dedicato alla città americana apparentemente colpita a morte dall’uragano ma ancora in grado di rialzarsi e tornare a suonare. Resta ben impressa nella memoria anche la divertente vicenda raccontata ne “La ballata del Cimino”: un contrabbandiere di sigarette che si tuffa nel lago piuttosto che farsi prendere dai finanzieri e che nella fantasia si trasforma in una sorta di fuorilegge del vecchio west alle prese con degli sceriffi non troppo scaltri. Da segnalare anche “40 pass”, “La terza onda” e “Il cavaliere senza morte”.
Un disco poetico e toccante che conferma la statura di un artista che ormai è definitivamente uscito dalla dimensione regionale cui molti volevano confinarlo. Un artista in grado di raccontare storie universali, suscitare sentimenti comuni a tutti gli uomini sfruttando la sua dote di paziente e acuto osservatore. Un cantastorie contemporaneo che, come il lago, raccoglie le storie delle persone che vivono, soffrono e amano lungo le sue sponde per poi rifletterle e portare lontano il suono delle loro voci e il battito dei loro cuori.
ALE.M.