Ho scoperto i Garden Of Alibis per caso, attraverso la pagina Facebook di XL. Promuoveva il video del primo singolo estratto dal loro cd di debutto “Colours” che verrà distribuito gratuitamente dal giornale in quasi 100.000 copie. Non male per un album d’esordio. Loro che sono giovanissimi e italiani vivono questa cosa molto serenamente, “abbiamo pensato a come far arrivare la nostra musica a più persone possibili, ci siamo presentati in redazione e gli abbiamo fatto ascoltare il nostro cd”. Al di là dell’operazione commerciale, i GOA sono sicuramente una realtà interessante. Sono come detto molto giovani, appartenenti in qualche modo a un progetto che va un po’ oltre alla musica, cercando di coinvolgere il più possibile il mondo artistico a 360°.
Il loro album di debutto va ad allungare la già nutrita lista di artisti torinesi emergenti che ormai sta diventando qualcosa di più che una coincidenza. Il singolo WICAYO illude un po’, apre la strada a un disco che ti aspetti possa essere leggero e da ballare. Un arpeggiatore che regge l’intero pezzo e ritmiche da dancefloor, molto inglese. Il resto è decisamente meno frenetico con le chitarre che si rimpossessano dei loro spazi e le melodie che tornano al ruolo principale. Il tutto, senza negarsi un uso abbondante di batterie in levare e synth. “Goa” si appoggia su arpeggiatori ma ha il dono di una bella melodia vocale che sa portare il pezzo su atmosfere più romantiche. Tutto il lavoro in generale suona molto internazionale, i pezzi “Winter Lullabies”, “Flower Power” e “Herman” su tutti. Ci sono molti riferimenti e forse l’originalità non è il piatto forte di questa release ma le tracce scorrono via facilmente. Non è una prova di maturità ma un disco d’esordio, quindi bene così per questi ragazzi di Torino che avranno sicuramente ancora tanta strada davanti a loro.
Giuseppe Guidotti
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