Sincerità – Io sono – La mia strana verità – Abbi cura di te – Pensa così – Piccola rosa – Te lo volevo dire – Com’è facile – L’uomo che non c’è – Buona notte
http://arisa.warnermusic.it/
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Lo so che tanto non mi crederete mai ma io quest’anno di Sanremo ho visto giusto un’oretta dell’ultima puntata mentre ero ospite di amici. Poi qualcuno si è alzato e ha spento la tv e ora ha la mia stima.
Detto questo sono pur sempre un abitante della penisola italiana e quindi mi è stato impossibile non ascoltare le canzoni in gara anche perché in radio per 10 giorni hanno trasmesso solo quelle. In particolare un pomeriggio sono in macchina che me ne vado a zonzo e alla radio sento che stanno per avere ospite in studio la vincitrice della categoria nuove proposte… Arisa. La sento parlare e penso subito che sia uno scherzo, una specie di parodia, una caricatura fatta da qualche attore comico… invece più l’intervista va avanti più mi rendo conto che è tutto vero.
Quando per la prima volta ho visto il video della sua esibizione credo di aver fatto quello che abbiamo fatto tutti: ho pensato “ma ci è o ci fa?”. Volevo saperne di più e così ho deciso di ascoltarmi l’intero album perché volevo capire! Il risultato è che non ho capito ma mi sono fatto un’idea.
La scaletta si apre con “Sincerità”, il singolo presentato a Sanremo che chiunque abbia almeno un orecchio funzionante ha certamente già sentito fino alla nausea per cui eviterò di fare commenti; ad ognuno lascio l’arbitrio di pensarne ciò che vuole. Si passa a “Io sono” una canzoncina inconsistente con un testo che non verrebbe ammesso nemmeno allo Zecchino d’Oro con frasi del tipo “la mamma è la cosa più bella che c’è” oppure “mi piace il Natale, domenica al mare”. Le cose migliorano un po’ con “La mia strana Verità” che riesce anche ad essere interessante nelle cadenze del ritornello. “Abbi cura di te” è invece il prototipo della canzone pop nostrana dove una voce femminile potrebbe trovare gli spazzi giusti per farsi valere ma Arisa anche qui si limita a fare il compitino e ad arrivare infondo. “Pensa così”… ho spento ho tirato fuori il cd e ho controllato che non si trattasse di un 45 giri delle fiabe sonore che ascoltavo da bambino. Per continuare sul filone sospeso-tra-vita-reale-e-ricordi ecco arrivare“Piccola rosa” una bella ninna nanna da non ascoltare seduti o sdraiati… se volete arrivare al termine. Un’ormai inattesa ventata di brio arriva da “Te lo volevo dire”: simpatico il testo, inatteso il sottofondo di banjo ma a mancare, ancora una volta, è una voce con un po’ più di spessore. Un ritmino trascinante ci attende all’inizio di “Com’è facile”. Spazzi sincopati e un parlato veloce che dà poco spazio ai virtuosismi e tutto sommato Arisa non ne esce male… ma il testo… “La fortunata sono io, tu tra tanti fiori hai scelto me”…
Un po’ di elettronica fa capolino nell’incipit di “L’uomo che non c’è” ma poi parte il cantato e in breve ci si ritrova in un ritornello che ricorda alcune sigle di cartoni animati anni ’80. Si chiude con “Buona notte” che alla fine non è una brutta canzone e forse finalmente Arisa riesce a dare una certa espressività alla propria voce.
Ammetto di essermi fatto incantare come un allocco da quell’immagine di ragazza semplice e sincera (al punto di comprare il cd) e alla fine del primo ascolto mi sono dato anche del cinico dicendomi che non riesco a più a cogliere la bellezza che si nasconde tra le parole semplici… poi l’ho riascoltato bene e mi sono fatto un’idea: una cosa è la semplicità e una cosa è la banalità e questa ragazzina vestita da bambina di 10 anni con una vocina da coro dell’oratorio che canta quanto vuole bene alla mamma è molto più vicina alla banalità. Ci è o ci fa? Non lo so. Lei è sincera e molto determinata in quello che fa. Chi le sta dietro probabilmente ha visto in lei un fenomeno “inedito” (si fa per dire) per fare un po’ di cassa da qui fino alla stagione dei tormentoni estivi. Gente che sa fare il proprio mestiere. Non vorrei essere nei loro panni quando dovranno scegliere il secondo singolo…
Alessandro Mornati