Anche se di mezzo ci sono stati due album, “Rebirth” e “I am not a human being”, l’ultima fatica di Lil’ Wayne si pone in maniera esplicita come seguito del disco più apprezzato del rapper di New Orleans, “Tha Carter III”. Il piccolo Wayne ha scelto di ricorrere solo ora al “IV”, sostenendo di avere la sensazione che i due citati dischi non fossero all’altezza del suo exploit massimo. Ebbene, neanche questo lo è.
Intendiamoci, “Da Carter IV” è un discreto disco hip hop, con produzioni molto curate e ritornelli accattivanti. Ma Lil’ Wayne sembra avere perso un po’ del vecchio smalto, tanto da finire per essere messo in secondo piano dai suoi ospiti (tra gli altri, T-Pain, Drake, Rick Ross, Nas, Busta Rhymes). E quando il padrone di casa fa la figura di quello che sembra passato lì un po’ per caso, significa che la festa ha qualcosa che non va.
Il momento migliore del disco? Forse il singolo “6 foot 7 foot”, con tanto di campionamento della “Banana Song” cantata da Harry Bellafonte.
Marco Agustoni