Premessa: non fate i superiori. Dai. Non liquidate la Cyrus come l’ultima zoccola arrivata e basta, non ignoratela a prescindere perché voi ascoltate gli Arcade Fire e questa è spazzatura. Dovete accettare di condividere l’aria che respirate con Miley. Perché è il fenomeno pop del momento (pop inteso come cultura popolare a tutto tondo), perché è trasversale, perché è la top player che i nostri maestri di lavaggio del cervello statunitensi stanno spingendo, perché i vostri figli, i vostri fratelli e sorelle ne parlano e voi non potete rimanerne fuori. Perché i vostri padri hanno le sue foto in body rosa a scomparsa in zona inguinale sui loro smartphone.
Il percorso da Hannah Montana a popstar ribbbelle è ormai noto, resta da sentire se il disco c’è oppure è tutto hype. La maturazione artistica di Miley sembra specchio dei teenager contemporanei senza freni e senza guide, con le disponibilità illimitate provenienti dall’internet (leggi: Youtube, Wikipedia e Google Images). La possibilità di vedere un sacco di cose di cui sarebbero giustamente all’oscuro se non fossero a portata di click, l’interesse dozzinale, la mancanza di approfondimento, la tamarraggine e tanta, tanta ignoranza.
Per usare una similitudine, ricorda il bambino capriccioso che al supermercato riempie il carrello con tutte le scatole colorate che le sue manine svelte riescono a raggiungere. Non sa esattamente cosa siano quelle cose, le vuole e basta. Solo che in questo caso i genitori, invece di dare due ceffoni educativi e rimettere la scatole al loro posto, strisciano la carta e comprano tutto quello che desidera il pargolo viziato. Sì perché la Cyrus non è ‘impazzita’, non è una Lohan arrestata per guida in stato di ebrezza, non è una Spears che si rapa a zero e inneggia a satana: qua i manager e l’etichetta stanno danno il pieno supporto…e stanno vincendo.
Non c’è altra spiegazione per l’incredibile calderone di trovate, citazioni e influenze, manco Madonna ha mai rubato così tanto tutto in una volta sola. La pettinatura lesbo-chic, la copertina da Miami Vice, il titolo da vhs porno degli anni ’80, il twerking e in generale gli scippi dalla musica nera, le foto di Terry Richardson, la collaborazione con Britney Spears, la collaborazione con Pharell (che probabilmente ha il dono dell’ubiquità tipo Padre Pio, è ovunque!)…per un istante mi pare pure che abbiano campionato Terry Crews dalla pubblicità del deodorante, ma forse sono solo troppo suggestionabile.
Comunque, stringi stringi, il nuovo Bangerz suona esattamente…come un disco di Rihanna (prevedibile quando ti affidi agli stessi produttori). Dance hip hop leggero leggero con tocchi di elettronica e un paio di ballatozze; Rihanna ne ha fatti così tanti così che a momenti si dimentica. E la Cyrus ci prova proprio bene a fare l’imitazione della bella caraibica. Stare a discutere su chi delle due canti meglio è irrilevante (soprattutto su disco, dove ormai è tutto processato in autotune); però dato che siamo lanciati in un trip sociologico/antropologico tanto vale stare a sentire cosa dice.
[youtube LrUvu1mlWco nolink]C’è il party-anthem “We Can’t Stop”, già ampiamente trattato per lo scuoticulo del video, e mi chiedo ‘Ma di che parla in fondo? Ribellione da cosa? Feste di bianchi ricchi…ma la trasgressione qual è che il conto ve l’hanno pagato i genitori?’. Cyrus consiglia alle sue amiche culone (cit.) di scuoterlo come fossero delle spogliarelliste, che tanto solo Dio le può giudicare. E poi lancia anche un saluto affettuoso ai ragazzi in fila fuori in attesa di tirarsi una riga in bagno. Giuro su Dio: la stavo ascoltando con l’ipod sul pullman e nell’istante in cui è finito il pezzo ho sentito le due studentesse di fianco a me (ma brave ragazze d’aspetto eh, mica wannabe mean girls) che ridevano e scherzavano ad alta voce su bamba e pippotti. Ne parlavano come ai miei tempi si parlava di bevute eccessive. Adoro gli anni 2000.
Poi vediamo, certe cose proprio non le ho colte, tipo “SMS” non ho capito di cosa cavolo stesse parlando e mi sono sentito davvero vecchio, fuori luogo e sconnesso dal mondo. Anche quella dove è andata male col tipo e dice che devono fare insieme un film in 3D, boooooooooooooh. Sarà un gergo che mi sfugge ma neanche urbandictionary.com mi viene in aiuto. In compenso nella simpatica “4X4” si canta di andare a salvare dal gabbio il proprio uomo, interpretato da un Nelly che si autodefinisce “a crazy mother fucka from the mid west”.
“Wrecking Ball”, il secondo singolo, è il miglior pezzo del lotto: una bella ballatona con del leggero synth pop, dove lei canta in maniera coinvolgente ma misurata, senza andare troppo a cannone come una Katy Perry, per dire. Curioso comunque come sia alla seconda canzone da cuore spezzato mentre nel ballatone in apertura (interessante pure quello-per quanto infantile) si vedeva “pronta per l’altare”.
La trinità “Love Money Party”, per qualche motivo, mi riporta in mente A$AP Rocky e la sua trinità “Pussy Money Weed” e penso che sia carino come in fondo due artisti così diversi abbiano almeno un interesse in comune.
In #GETITRIGHT è bella sexy e carica, con una voglia da strapparti le mutande con gli occhi. Sono preso bene. Però mi canta “Non pensi sia il caso di darci dentro?/ma dobbiamo farlo giusto, non possiamo sbagliare” e penso non sia carino far venire così ansia da prestazione, non sta bene. Poi, non ce la faccio, quando mi dice “Fletti i tuoi muscoli e vola attraverso il soffitto” mi torna in mente “Fletto i muscoli e sono nel vuoto” di Rat-Man e rido come un cretino.
Insomma, inutile andare avanti, la Cyrus ha voluto il suo giocattolino e l’ha avuto. Ha fatto un compitino onesto con un paio di pezzi che spiccano e idee scippatte ovunque. Siamo sul 70% hype e 30% contenuti. Ovviamente ha tutta una vita davanti, ma sarà curioso vedere che altre trovate drastiche potrà tirar fuori per rimanere sulla bocca di tutti. Alla lunga ad attaccarti solo a queste cose finisci male, se non hai anche dei contenuti. Grande effetto collaterale comunque è stata l’ufficiosa gara alla zoccolaggine che ha innescato: Britney Spears ha risposto (bene) e pure Rihanna ha risposto a tono (con un effetto un po’ deludente, in verità). Tra poco dovrebbe tornare pure Katy Perry e siamo già qui a scrivere con una mano sola…
Marco Brambilla