Dalla fine di una tra le più travagliate storie nel mondo della musica, quella tra i fratelli Gallagher, nascono due figliocci: Beady Eye (che in matematica risponderebbero alla sottrazione di Noel agli Oasis) e Noel Gallagher, da sempre mente/mano di molti dei successi della band di Manchester. Solo, contro tutto e tutti, il buon vecchio Noel ci regala un album completamente differente da quello dei Beady Eye, sulla scia dei suoni e delle melodie che tanto hanno dato ai due fratelli ma in cui si può tranquillamente riconoscere la mano e la creatività del fratello Gallagher più adulto.
Oltre al singolo “The Death Of You And Me“, nel disco sono presenti almeno altri cinque pezzi estremamente catchy e radiofonici, cosa che non si vedeva da tempo; basti pensare che l’apertura con “Everybody’s On The Run” dischiude direttamente un mondo in cui The Chief aveva fatto entrare un po’ tutti, poco per volta, con canzoni come “Wonderwall” (ripresa e rimaneggiata quantomeno nella parte strumentale in “If I Had A Gun..“) e “Little By Little“, ad esempio. Nel disco si possono trovare alcune chicche, dal punto di vista della composizione dei pezzi e degli strumenti utilizzati, basti pensare agli archi presenti in numerose tracce o, ad esempio, all’assolo di tromba in “Soldier Boys And Jesus Freaks” che va a prendersi lo spazio in cui, in una canzone qualunque di quattro – cinque anni fa, avrebbe regnato incontrastato un assolo di chitarra. Scelta originale e ardua, per un chitarrista come Noel, ma sicuramente sorprendente (anche pensando al valore aggiunto ed al risultato finale) ed efficace.
Altre tracce degne di nota sono senza dubbio “Dream On“, l’accoppiata “AKA…What A Life” e “AKA…Broken Arrow“, che ascoltata assieme riesce a generare un piccolo microcosmo, e la chiusura “Stop The Clocks“, brano appartenente al periodo Oasis e che i fan avevano già avuto l’opportunità di sentire in rete e che considerano uno dei migliori mai scritti dallo stesso Gallagher.
“Noel Gallagher’s High Flying Birds” è sicuramente da considerarsi come un buon disco d’esordio, il quale con uno stile inconfondibile e ben delineato lascia poco spazio all’immaginazione su ciò che avrebbe potuto dare la presenza di Liam alla voce; Noel, come cantautore, sa il fatto suo e, avendo avuto la possibilità di comparare gli esordi dei ‘figli degli Oasis’, si può constatare che il prodotto che si ha tra le mani è di ottima fattura, va dritto al punto e lascia tutti i fan, non importa da quale parte della barricata si fossero schierati, convinti e contenti. Ciò che lascia stupiti è la voglia di Noel di continuare a produrre musica, infatti è già in programma un secondo album che vedrà la luce nel 2012; non resta altro che godersi questo esordio nell’attesa di nuovo materiale.
Federico Croci