[Pop] Francesco Renga – Ferro e Cartone (2007)

Cambio Direzione – Coralli – Dimmi… – Come Mi Viene – Ferro E Cartone – Vedrai – L’uomo Che Ho Immaginato – Preda Dei Venti – Ikebana – Lo Specchio – Dove Finisce Il Mare

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Quarto album da studio per il cantautore di Udine che con “Ferro E Cartone” si conferma ottimo autore e soprattutto eccellente cantante.

Ma… c’è un ma. Andiamo subito al sodo: non si discute sulle doti canore di Renga, fin da subito si è avvolti dalla voce calda e profonda dell’ex cantante dei Timoria, ma a fine ascolto l’album si perde un po’ nel banale, non riesce a catturare fino in fondo l’attenzione dell’ascoltatore.
Ci sono dei buoni spunti come il primo singolo “Cambio Direzione”, “Come Mi Viene”, brano che dà il titolo anche al libro di Francesco, e “Lo Specchio”: questi escono dalla monotonia e danno un’idea delle potenzialità del disco, purtroppo il resto manca di mordente.
Insomma si chiede un po’ di grinta in più, Renga è capacissimo di interpretare brani ben più tosti di queste canzoni, per carità profonde, che commuovono, magari biografiche, ma che sembrano un po’ tirate per i capelli. Non gli si chiede di cantare in growl facendo headbangin’ ma cacchio dov’è la rabbia, la forza, la passione?

A.M.

 

 

Dopo due anni d’attesa questo 2007 vede finalmente l’uscita del nuovo album di Francesco Renga, dopo il successo di “Angelo”, vincitore di San Remo, e del successivo album “Camere Con Vista”. Dal primo ascolto emerge subito la voglia di cambiare un po’ del nostro, una ricerca verso un prodotto meno facile e che non a caso ha richiesto la preziosa collaborazione di Corrado Rustici. Mi chiedo però se per registrare prodotti, diciamo così, dal sapore più internazionale sia obbligatorio andare negli Stati Uniti: ma in Italia non ci sono più studi? Oppure negli studi italiani vengono fuori solo lavori legati al Bel Paese? Nessuno me lo spiegherà mai…

Comunque devo ammettere che la produzione è ottima e la voce di Renga indiscutibile, ma siamo alle solite: io amavo il Renga dei Timoria. Quello odierno mi sembra troppo legato ad un certo tipo di pubblico, che cerca solo il pezzo d’amore senza curarsi troppo del resto, ma tutti abbiamo bisogno di vivere…
In ogni caso, nel complesso il disco si lascia ascoltare, soprattutto grazie a qualche episodio davvero riuscito, come la bella “Lo Specchio” (finalmente un po’ di rock) e la conclusiva, intensa, “Dove Finisce Il Mare” che vede il cantante al massimo della carica emotiva.

L.G.

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