Everyone’s at It – The Fear – Not Fair – 22 – I Could Say – Back to the Start – Never Gonna Happen – Fuck You – Who’d Have Known – Chinese – Him – He Wasn’t There
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Fare pop e risultare interessanti nel 2009 non è cosa da poco. Il ritorno di Lily Allen ci permette di realizzare che forse questo genere può ancora essere ascoltabile, una volta tanto questa musica non è superflua e necessaria solo a confezionare i video simil porno della star di turno: ci sono degli arrangiamenti azzeccati, tentazioni quasi country che spesso riecheggiano qua e là, l’elettronica viene usata in maniera intelligente per creare un elettropop fashion e soprattutto non rimane in disparte sul classico e scontato beat da disco caduta in disgrazia, le ritmiche variano (e molto) e calano sul finire di disco. Le sferzate da balera giocosa di Never Gonna Happen, l’opener, la stridente allegria di Fuck You, e una a caso delle ultime tre tracce servano da esempi su quanto appena esposto.
Chiaro Lily Allen non cambierà i destini del pianeta, ma è al momento una delle pochissime a essere credibile quando si cimenta con pezzi easy listening che però risultano ammiccanti, facili e che resteranno in loop per diverso tempo sui network che contano.
I testi sono sostanzialmente autobiografici, a lungo andare vi stuferete anche a sentirla che si lamenta dello sfigato di turno o della sua vita, ma se riuscite a superare questo ‘insormontabile’ scoglio, apprezzerete “It’s Not Me, It’s You”: un buon ritorno (e per certi versi inaspettato) sulle scene, che risponde bene alle attese che si erano create intorno a questa giovane star in ascesa.