Once More – To Cut A Long Story Short – Gold – True – Chant n°1 – I’ll Fly For You – Only When You Leave – Through The Barricades – She Loved Like Diamond – Communication – Lifeline – With The Pride – Love Is All
Ritorno sulle scene per una delle band più acclamate degli anni ’80: gli inglesi Spandau Ballet. Per un gruppo che in vent’anni di assenza dalle scene è riuscito a pubblicare più raccolte che dischi originali, cosa poteva rilanciare questa reunion? Un disco nuovo? Operazione commercialmente rischiosa. Un disco dal vivo? No, quello sicuramente uscirà dopo il tour. Per ora la band si limita ad una raccolta dei propri successi, tutti risuonati per l’occasione, più un paio di inediti.
Questo restyling è pero quantomeno discutibile. Certo, i pezzi suonano più freschi degli originali (‘Chant n°1’ è diventata quasi un funkettone), la voce di Tony Hadley è sempre riconoscibile, così come l’amato sassofono di Steve Norman, ma questo nuovo sound li fa sembrare una boyband. Piazzando una chitarrina acustica in ogni canzone e togliendo praticamente tutti i sintetizzatori se ne è andata anche la magia delle sonorità anni ’80. Certi pezzi non sono cambiati, come ‘Through The Barricades’ e ‘True’, senza ottenere alcun valore aggiunto, mentre altri hanno lacune ben più grosse. ‘Gold’ perde molta della frenesia originale, in ‘I’ll Fly For You’ Hadley non ha un briciolo dell’energia di una volta, per non parlare poi di una ‘To Cut A Long Story Short’ totalmente diversa dal successo new romantic che li aveva lanciati.
Gli inediti ‘Once More’ e ‘Love Is All’ sono in linea col nuovo sound da boyband e rimangono (soprattutto l’opener) buoni brani pop. Un’operazione commerciale tanto dovuta quanto riuscita male.
Marco Brambilla