Reach Out – Patience – Beautiful World – Hold On – I Never Loved You At All – Shine – I’d Wait For Life – Aint No Sense In Love – What You Belive In – Mancunian Way – Wooden Boat – Butterfly (bonus track)
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Dopo la tournee inglese della scorsa primavera e la successiva uscita del singolo “Patience” i Take That tornano definitivamente sulla scena musicale con il loro quarto album da studio “Beautiful World”. Se proprio vogliamo essere realisti si tratterebbe del primo album della nuova band, per tre motivi. Primo: i Take That si ricorderanno sempre come i Fab Five Gary, Mark, Howard, Jason, Robbie, e quest’ultimo lasciò la band nel luglio del’95. Secondo: i quattro sono tornati a cantare insieme dopo dieci anni di separazione (che avvenne nel febbraio del ’96) e ciò si collega all’ultimo motivo. Terzo: non stiamo più ascoltando una boyband formata da ragazzini, ma abbiamo di fronte degli adulti.
E l’album ne è la prova. Infatti non sono presenti canzoncine banali alla stregua di “Take That & Party” o “It Only Takes A Minute” e gli undici pezzi, scritti tutti a quattro mani, non fanno certo immaginare possibili coreografie sexy ad accompagnarli. Indubbiamente è un bene perché vedere Howard a quarant’anni in tanga di pelle rosso (e le thatters di vecchia data sanno a cosa mi sto riferendo) probabilmente non farebbe lo stesso effetto di dieci anni fa.
“Beautiful World” è un album pop tranquillo e piacevole da ascoltare dall’inizio alla fine (questo è un punto a favore perché la durata complessiva è di poco superiore ai quaranta minuti), che vede l’alternarsi di pezzi vivaci come “Reach Out” e “Shine” a bei lenti vecchio stile come la già citata “Patience” o “I Never Loved You At All”. La maggior parte dei brani viene interpretata (come al solito) da Gary, solo alcune canzoni, tra cui la title track e “Hold On” vengono cantate da Howard, Jason o Mark.
Nei brani che più rimangono impressi durante l’ascolto vanno ricordati anche “Beautiful World” e “Mancunian Way” e “Reach Out” anche se nell’album non si trovano pezzi coinvolgenti come poteva essere con “Never Forget” o “Back For Good”.
Ad ogni modo è presto per trarre conclusioni. Il tempo dirà se questa reunion rimarrà esclusiva di fans nostalgici oppure se, col tempo, il gruppo troverà una nuova strada che li sdogani dallo status di boyband per antonomasia.
A.M.