[Pop] Tom Jones – 24 Hours (2008)

 

I’m alive – If he should ever leave you – We got love – Feels like music – Give a little love – The road – The road – In style and rhytm – Sugar daddy – Seasons – Never – The hitter – Seen that face – 24 hours

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Se pensiamo a Tom Jones è facile che le prime cose che ci vengano in mente siano il ritornello contagioso di “It’s not unusual” e l’energica reinterpretazione di “Sex bomb”, uno dei meglio riusciti comeback che la storia della musica pop conosca. Perché lui è fatto così: tra alti e bassi, album non esattamente esaltanti e hit memorabili, Sir Jones ha sempre saputo accettare le sconfitte e rialzarsi  con più forza di prima.

E ora, dopo 9 anni dal grande successo di “Reloaded”, l’ugola potente di questo affascinate cantante ormai da un pezzo in età pensionabile, ha dato vita a “24 Hours”, un album sorprendentemente riflessivo, ma che non manca di quella vivacità tipica del singer in questione.
I testi, quasi tutti scritti dallo stesso Jones (tranne “The Hitter”, cover di Bruce Springsteen e “Sugar daddy” scritta da Bono Vox) rendono l’album alquanto unico nel suo repertorio, fatto più che altro di collaborazioni, cover, ed indimenticabili interpretazioni di brani di cantautori del calibro di Burt Bucharach.
Ad aprire l’ album “I’m alive”, ruggente inno alla propria resurrezione personale e creativa: “I’m alive! And i’m doin’ my thing and singin’ my song. I’m alive!/I’m a man! I don’t care if I’m right or wrong. I’m a man!” Si continua bene con “If he should ever leave you”, il singolo che ha preceduto l’uscita dell’album e che strappa un sorriso per le atmosfere da swinging London che il cantante ha saputo ricreare con maestria. Ottima mossa non c’è che dire: Tom Jones è tornato e lo fa ripercorrendo i suoi anni d’oro. Le atmosfere anni ’60 pervadono comunque tutto l’album e con “We got love”, “Sugar daddy”,“Feels like a music”e “Give a little love”sembra davvero di fare un salto in un passato colorato, stroboscopico, rigorosamente a tinte pop. Con “Seasons”, “Seen that face” e “24 hours” invece i toni si fanno più cupi e Jones si fa meditativo attraverso considerazioni sul passato, sullo scorrere del tempo e sulla consapevolezza di iniziare una nuova stagione della propria vita.

Tom Jones ha ritrovato la stessa carica di quarant’ anni fa e questo disco lo dimostra alla grande: provare per credere.

Valentina Lonati

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