http://www.blackeyedpeas.com/
http://www.interscope.com/
Il titolo “The E.N.D.” non era stato scelto a caso. ‘The Energy Never Dies’. Sì, come no. I Black Eyed Peas avrebbero sparato il loro ultimo botto uscendo di scena con simpatia, will.i.am si sarebbe potuto dedicare ai fattaci suoi senza farsi prendere dalla voglia di strangolare Fergie una sera sì e un’altra pure. MA. “The E.N.D.” ha fatto un bel botto, inanellando i singoli giusti (tra cui uno dei migliori party-anthem-estivi mai fatti, “I Gotta Feeling”) e facendo scoprire ai BEP inedite ed ina$pettate pro$pettive live.
Ecco quindi che arriva l’immediato seguito “The Beginning”, che ripropone un nuovo paccone dance pop. Disco molto simile al precedente, con gli stessi difetti (troppo lungo), e con dei singolazzi che forse non reggeranno il passo. Rimane un divertente compendio di dance che non fa prigionieri, scomodando addirittura l’eurodance, Daft Punk e Chic (“Fashion Beats”) e rispolverando Dirty Dancing senza che nessuno ne sentisse il bisogno. Un sacco di bei ritornelli per cercare il super singolo (“Whenever” ormai è indistinguibile da Katy Perry, così come “Situation” sembra Gwen Stefani) ma, in fondo, avevano già detto tutto con quello prima. Ovviamente moltissimi anni ’80 (“The Time (Dirty Bit)”, “Love You Long Time”), autotune come se non ci fosse un domani e, in generale, una produzione molto accattivante. L’hanno tirato su apposta per la stagione natalizia e per allungare all’infinito il tour.
Però rimane la pop dance più stupidamente divertente che ci sia in giro, un macdonald musicale. Spegnere il cervello, prego.
Marco Brambilla