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Secondo album per Davide Combusti alias The Niro, rivelazione nel 2008 con l’omonimo disco d’esordio e ora alla prova del fuoco con “Best Wishes”. A pieno titolo tra i più interessanti cantautori italiani di nuova generazione assieme a personaggi come Vasco Brondi/Le luci della centrale elettrica (gli alias devono essere di moda tra i giovani cantautori) o Paolo Saporiti, che condivide con lui la scelta di cantare in inglese e di guardare a un mercato internazionale, The Niro esce tutto sommato bene da una prova che con le aspettative createsi attorno al suo nome poteva rivelarsi un clamoroso passo falso.
Forse meno fresco e stupefacente del suo predecessore, “Best Wishes” convince comunque per intensità e qualità degli arrangiamenti, lasciando prevedere margini di crescita nella scrittura del poco più che trentenne Davide. Che attraverso le undici tracce del disco non scivola nemmeno una volta (e convince soprattutto quando decide di non fare il timido e tira fuori la sua voce, come nel singolo “London Theatre”).
Marco Agustoni