Da Mariah Carey ai Twisted Sister, ci hanno provato davvero (quasi) tutti a cimentarsi con il tradizionale repertorio natalizio. Con ovvi risultati alterni, sia commercialmente sia artisticamente. Quel che conta è che, all’approssimarsi di ogni Natale, i negozi vengono regolarmente invasi da questo genere di prodotti. E, per l’appassionato, è davvero arduo orientarsi.
Un consiglio, allora, potrebbe essere quello di accaparrarsi “Joy To The World”, che fra i dischi di tal fatta è uno dei migliori in assoluto. I Pink Martini li conosciamo già per le loro intelligenti commistioni fra stili eterogenei, con una predilezione per il jazz e la lounge music. In questo lavoro non si smentiscono, adottando un approccio ‘mondialista’ alle Christmas Carol; non solo traditional del mondo anglosassone, quindi, ma anche incursioni nell’Europa continentale e persino nella tradizione ebraica, quest’ultima rappresentata da ben due brani, “Elohai, N’Tzor” e “Ocho Kandelikas”, tradizionale ‘ladino’ della diaspora sefardita. Nonostante le buone versioni jazzy di celebri standard quali “Santa Baby”, “White Christmas” (ma di questa c’è pure una versione in giapponese, cantata dalla star di casa Saori Yuki), “Little Drummer Boy” (con tanto di citazione dal “Bolero” di Ravel) e “Do You Hear What I Hear”, a convincere maggiormente sono proprio gli episodi più esotici, su tutti il tradizionale canto ucraino “Schedryk”, qui in una bellissima interpretazione risonante in ogni angolo, grazie anche all’ottimo arrangiamento vocale. Meno riuscite, invece, “Silent Night” (qui in originale tedesco) e soprattutto “La Vergine Degli Angeli” di Verdi, dall’incerta pronuncia e troppo distante dal mondo dell’opera lirica in cui è nata per esser davvero convincente. Per il resto, però, tutto è perfetto, compresa la versione dall’arrangiamento latinoamericano di “Auld Lang Syne” e il motivo popolare cinese “Congratulations (A Happy New Year Song)”, cantato anch’esso in lingua originale.
“Joy To The World” è allora un ottimo cd, anche se ovviamente non farà cambiare opinione a nessuno riguardo ai dischi sfornati sotto le feste; e in questo senso potrebbe deludere qualche fan dei Pink Martini stessi, ma d’altro canto potrebbe portarne pure di nuovi. Chi adora le tipiche sonorità natalizie potrà ascoltarne nuove e intriganti versioni, chi al contrario preferirebbe essere investito da un Suv piuttosto che ascoltare “White Christmas” per la millesima volta non cambierà parere neppure con quest’opera.
Stefano Masnaghetti