Outlaw Pete – My Lucky Day – Working On a Dream – Queen of the Supermarket – What Love Can Do – This Life – Good Eye – Tomorrow Never Knows – Life Itself – Kingdom of Days – Surprise, Surprise – The Last Carnival – The Wrestler (bonus track).
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A poco più di un anno dall’uscita di “Magic”, Bruce Springsteen e la fedele E Street Band tornano sul mercato con il sorprendente “Working On A Dream”. Difficile capire come l’artista americano riesca con tale facilità a produrre dischi di tale valore e, soprattutto, è sempre un piacere ritrovare intatta quella sua capacità di raccontare storie come pochi altri nella storia del rock hanno saputo fare (penso a Dylan o al migliore Neil Young).
Indubbiamente si sente la continuità con il suo predecessore: lo stile, le armonie, l’energia generale sono assolutamente quelle che avevamo trovato in “Magic”. Qui però i momenti davvero memorabili sono di più. Innanzitutto la ormai celeberrima “The Wresler”, vincitrice del Golden Globe, che doveva essere altro dal disco, ma che ritroviamo come preziosissima bonus track. Un pezzo di un’intensità rara, in cui Bruce dimostra ancora una volta tutto il suo talento e la sua capacità di tramutare le emozioni in musica.
Torniamo però all’inizio dell’album. L’elemento politico è marcato. Springsteen ha utilizzato molte delle sue energie recenti a sostenere la campagna elettorale di Barack Obama e come “The Rising” uscì a ridosso della tragedia dell’11 settembre, quasi a spronare un popolo dopo la fragorosa caduta, “Magic” in uno dei momenti più difficili della presidenza Bush, ora “Working On A Dream” arriva a pochi giorni dall’insediamento di Obama alla Casa Bianca, per dichiarare al mondo la speranza in un futuro migliore realmente possibile.
Non solo di politica vive comunque l’album: l’opener “Outlaw Pete”, un ambizioso pezzo di più di 8 minuti, può essere considerata un po’ la summa di tutto quello che si sta per ascoltare. La successiva, molto rock, “My Lucky Day” ci riporta indietro alle atmosfere di “The River” (sarà una bomba dal vivo e… su Guitar Hero!), come anche la title track che se all’inizio non entusiasma, dopo pochi ascolti finisce per stamparsi in fronte e accompagnarti nell’arco della giornata.
Il tono generale è sicuramente più solare che in altre occasioni e pezzi come “Queen of the Supermarket” o “Surprise, Surprise” ne sono una chiara testimonianza. C’è spazio anche per il blues, con “Good Eye” e per un sentito, sincero e assolutamente non retorico omaggio al grande Danny Federici con la splendida “The Last Carnival”.
Lo aspettiamo, come sempre, sui palchi di mezzo mondo.
Luca Garrò