http://www.placeboworld.co.uk
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Non è che promettano molto i Placebo degli anni 2000, però quello che promettono lo mantengono. Un (altro) onesto disco di rock melodico, robusto e tanta melodia.
Così il gruppo dell’imbolsitissimo Brian Molko, che ormai sembra Renato Zero – quello attuale intendo – e del nuovo giovanissimo batterista Steve Forrest sforna un altro discreto lavoro, fatto di un buon numero di canzoni che fanno presa e più di un potenziale singolo (“Devil in the details”, “For what it’s worth”, “Kitty litter”) . Ci sono anche momenti di stanca (“Come undone”, “Ashtray heart”), e sicuramente mancano l’energia e il songwriting degli esordi, ma va reso merito al gruppo di provarci sempre, e di portare in qualche modo in classifica del discreto rock. Con i tempi che corrono non è poco.
Samuele Rudelli